Regole per il calcolo della pensione
Introduzione
Il raggiungimento dell'età pensionabile è un traguardo agognato da molti; argomento che riguarda una considerevole fetta della popolazione Italiana, considerato di quanto sia aumentata l'età media.
Sulla base di tali cambiamenti sociologici nonché della magrezza delle casse dello Stato, è stata varata nel 2012 una legge di riforma delle pensioni, la riforma Fornero.
La riforma è intervenuta a modificare la soglia dell'età pensionabile, che è di anni 66 a decorrere dall'attuale anno in corso, il 2018.
Inoltre, ha introdotto nuove regole nel sistema di calcolo dell'assegno.
Vediamo quali.
Quali sono i sistemi di calcolo della pensione
Il sistema di calcolo della pensione varia a seconda dell'anno in cui si è iniziata l'attività lavorativa e, conseguentemente, il versamento dei relativi contributi previdenziali.
I sistemi di calcolo sono tre:
- contributivo: riguarda i lavoratori che hanno iniziato l'attività dopo il 31 dicembre 1995;
- retributivo: la data di riferimento è fino al 31 dicembre 2011 e poi, contributivo, per i lavoratori che al 31.12.1995 avevano maturato almeno 18 anni di contributi;
- misto: il calcolo delle pensioni, con questo sistema, è retributivo fino al 31 dicembre 1995 e poi cntributivo per coloro i quali entro questa stessa data 31.12.1995 non avevano ancora maturato 18 anni di contributi.
Calcolo della pensione con sistema contributivo
Il sistema contributivo prevede che l'assegno di pensione dal 1995, si misura sulla base dei contributi versati. In altre parole, il lavoratore, al momento della pensione, vedrà trasformato in rendita mensile, quanto accumulato con il versamento dei contributi.
Il calcolo si effettua applicando un coefficiente che tiene conto dell'età del pensionato e dell'aspettativa di vita
Accade, quindi, che per ogni anno di lavoro, a favore del lavoratore viene accantonata una somma determinata, mediante l'applicazione di un'aliquota sul reddito imponibile.
L'aliquota è pari al 33% per i lavoratori dipendenti e del 20% per i lavoratori autonomi; per i lavoratori iscritti alla gestione separata viene determinata annualmente.
La contribuzione effettuata, ogni fine anno andrebbe rivalutata al tasso di capitalizzazione, calcoltato su dati statistici, sulla media del PIL dei precedenti cinque anni.
Quale sarà l'ammontare dell'assegno di pensione in base le nuove regole
In base alle nuove regole, con il sistema contributivo l'ammontare dell'assegno di pensione, al momento della liquidazione si determina con un preciso calcolo.
L'importo accumulato con il versamento dei contributi durante la vita lavorativa, che rappresenta il montante contributivo viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che aumenta in misura proporzionale all'aumento dell?età di pensionamento.
La riforma Fornero ha stabilito l'aggiornamento di tali coefficienti ogni triennio; l'entità dell'adeguamento è determinata in base a dati statistici.
II prossimo aggiornamento è fissato nel 2019 e successivamente saranno aggiornati ogni due anni: 2021, 2023 e così via.
Quanto varia l'assegno di pensione rispeto allo stipendio
Emerge, dalla disamina delle regole del calcolo della pensione, che l'assegno dei futuri pensionati Italiani sarà più leggero del passato.
I conti sono stati effettuati dalla Ragioneria Generale dello Stato, che, in base alla varie riforme della previdenza adottate in Italia a partire dal 1990 al 2011, ha eseguito esempi di calcolo per determinare la miisura dell'asssegno, pervendo alla conclusione che l'importo non sarà superiore al 60% dell'ultima retribuzione.
Qualche esempio pratico
Facciamo due esempi: lavoratore dipendente privato e lavoratore autonomo.
Il profilo che si considera è di un lavoratore senza coniuge a carico, con un'età compresa tra i 65 e i 70 anni e 38 anni di contributi versati.
Esempio per i dipendenti:
Il dipendente riceverà nel 2020 un assegno di pensione pari al 69% dell'ultimo stipendio, a fronte del 74% del 2010, ossia dieci anni prima.
E ancora nel 2050, lo stesso profilo di pensionato riceverà un assegno pari al 63%.
Esempio per gli autonomi:
Lo stesso profilo di lavoratore, con 38 anni di contributi, età tra i 65 e i 70 anni, senza coniuge a carico- ma autonomo, nel 2020 riceverà un assegno pensionistico pari al 51%, a fronte del 73% che riceveva nel 2010. Nel 2030 la percentuale scenderà al 47%.