L'Ape sociale, invece, consiste in un indennizzo mensile erogato dallo Stato. Questa indennità differisce dall'Ape volontaria, innanzitutto per gli anni di contribuzione necessaria per l'accesso: in questo caso il requisito è innalzato ad un minimo di 30 anni di contributi versati. Può essere concessa ai soggetti con almeno 63 anni di età, e che sono al momento della domanda si trovino in una delle seguenti condizioni: soggetti disoccupati che abbiamo usufruito dell'indennità di disoccupazione Naspi, e il cui pagamento sia terminato da almeno 3 mesi; soggetti che assistano parenti entro il primo grado, conviventi ed in situazione di difficoltà grave, certificata dalla legge 104/92; soggetti in possesso di un'invalidità personale non inferiore al 74%; soggetti svolgono attività lavorative particolarmente faticose (l'elenco dei lavori pesanti si può trovare sul sito INPS). Si tratta di un decreto attuativo pensato esclusivamente per chi vive una situazione di disagio, e che comporterà, l'erogazione di un'indennità per una quota massima di 1.500 euro mensili per dodici mesi all'anno (la tredicesima e la quattordicesima sono escluse).