Nell'impresa familiare, la legge riconosce come collaboratori il coniuge, i parenti entro il terzo grado (figli, fratelli, nipoti, zii, nonni, genitori) e gli affini entro il secondo grado (cognato, genero, nuora). Praticamente sono ammessi tutti i parenti che hanno legami di sangue con il titolare e tutti coloro che entrano a far parte della famiglia tramite matrimonio dell'imprenditore. Affinché la collaborazione sia fiscalmente rilevante, l'attività lavorativa deve essere continuativa e prevalente.