Fra gli ammortizzatori sociali, ossia fra le norme che vengono istituite a sostegno del reddito per coloro che rimangono accidentalmente privi di retribuzione, ricordiamo la NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l'impiego), in vigore dal primo maggio 2015 e regolata con il decreto legislativo 22/2015 con la quale viene attuata la legge sulla riforma del lavoro, così come prevista dalla Job Act del governo Renzi. Per poter beneficiare della NASPI, bisogna essere in possesso di determinati requisiti, essendo essa volta a venire in soccorso di determinati soggetti in difficoltà. Pertanto vi possono accedere tutti i lavoratori dipendenti disoccupati (anche a tempo determinato), esclusi coloro che risultavano assunti a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni (vedi decreto legislativo 165/01) e degli operai agricoli (i cosiddetti O. T. I. E O. T. D.). La NASPI è sostitutiva dell'indennità di disoccupazione ordinaria (Aspi e Mini-Aspi), la quale comunque continuerà ad essere percepita, fino a completo esaurimento, da quei soggetti che sono rimasti disoccupati prima della messa in vigore della stessa NASPI, ossia prima del 1 maggio 2015. Come in tutte le norme che regolano un diritto, anche la NASPI è soggetta a dei termini di decadenza, ovvero la perdita dello stesso diritto se non viene esercitato entro un termine perentorio. Vediamo quali sono, nella fattispecie, i principali termini di decadenza della NASPI.