Fondi indicizzati: 5 cose da sapere
Introduzione
Per ogni soggetto privato od azienda che abbia a disposizione degli utili o dei capitali aggiuntivi e desideri investire, esistono oggi numerose opportunità. Una di queste è rappresentata dall'acquisto di quote di fondi comuni di investimento, strumenti finanziari che a differenza dei titoli azionari, comportano una diversificazione del portafoglio con conseguente riduzione del rischio di perdita e riduzione del capitale. A loro volta i fondi comuni di investimento si suddividono in fondi attivi o passivi, detti anche "index fund" o fondi indicizzati, che si differenziano dai precedenti per il fatto di avere una gestione di tipo passivo. L'obiettivo principale dei fondi indicizzati, quindi, non è quello di far ottenere all'investitore un rendimento extra, ma di replicare sostanzialmente il normale andamento del mercato. I fondi indicizzati rappresentano senza dubbio una grande attrattiva anche i piccoli e medi risparmiatori, sopratutto a causa dei ridotti costi di gestione. Tuttavia, anche per cimentarsi in questo tipo di investimento, è necessario avere alcune informazioni di base. Fondi indicizzati: 5 cose fondamentali da sapere.
Distinzione fra fondi indicizzati "puri" ed ETF
Fra le varie tipologie di index fund, si distinguono di fondi indicizzati "puri", che non sono quotati in borsa, da quelli come gli ETF, o "Exchange Traded Fund", in cui valore è collegato ad un indice effettivamente quotato in borsa, in modo tale da poter acquistare o vendere le quote seguendo i movimenti dell'indice proprio come avviene per un titolo azionario. Data la relativa recente introduzione anche sui nostri mercati di questo particolare tipo di fondi indicizzati, molti investitori fanno ancora fatica a comprenderne le differenze e a scegliere fra gli uni e gli altri in relazione alle proprie esigenze d'investimento.
Sicurezza dell'investimento nel lungo termine
Come abbiamo detto sopra, gli index fund sono caratterizzati dal fatto di avere una gestione passiva dunque di fatto l'investitore non corre rischi di subire le conseguenze negative di una cattiva gestione del fondo da parte della società finanziaria. In generale, essi consentono di allocare in modo molto efficiente l'investimento, senza l'aspettativa di ottenere risultati superiori a quelli prospettatati dalle performance dell'indice di riferimento (o benchmark). Tuttavia, dato che non esiste la possibilità di incrementare i guadagni rispetto a quelli dettati dal mercato, qualora l'indice iniziasse a scendere non c'è possibilità per l'investitore di guadagnare dalle extra- performance. In generale quindi questo tipo di investimento risulta sicuro per chi ha obiettivi di lungo e medio termine, non per chi ha bisogno di ottenere capitali in tempi brevi.
Impossibilità di modificare il portafoglio titoli
Dato che i fondi indicizzati sono dei prodotti finanziari che si basano su una gestione passiva, essi di fatto non contemplano la possibilità per i sottoscrittori di modificarne la composizione originaria; in pratica, anche qualora uno dei titoli presenti nell'indice di riferimento iniziasse a scendere, non esiste di fatto la possibilità di estrometterlo dal portafoglio. Questo rende gli index fund estremamente sensibili alle variazioni del mercato, dato che solitamente in situazioni di crisi la maggior parte degli indici saranno destinati a scendere. Per ovviare a questo tipo di situazioni, la legge impedisce ad un fondo di detenere oltre un certo numero di quote di un determinato titolo al fine di ridurre l'impatto di un'eventuale crollo dell'indice di riferimento sul rendimento globale degli investitori.
Assenza di costi di commissione
Uno dei vantaggi principali dei fondi indicizzati "puri" è rappresentato dai bassi costi di gestione; in particolare, dato che la società di gestione si limita ad un intervento di tipo passivo, non sono previste commissioni in suo favore al momento di acquistare o vendere le quote. Questo rappresenta un grande vantaggio per gli investitori, i cui guadagni, a parità di performance rispetto a quanti investono in fondi attivi, saranno comunque molto più elevati. Senza considerare poi che in caso di perdita i sottoscrittori di un index fund almeno non dovranno sommare al denaro evaporato anche le ulteriori spese da destinare al proprio intermediario. Da sottolineare che invece questo tipo di vantaggio non si applica agli ETF, i quali invece prevedono commissioni su ogni operazione anche se in misura minore rispetto ai fondi attivi.
Difficoltà di distinguere fra gestione attiva e passiva
Una volta detto tutto questo, occorre però precisare che la linea di demarcazione fra fondi indicizzati e fondi attivi non è così netta come si pensi. Non esiste infatti un valore numerico relativo alla variabilità del rendimento del fondo che possa dirci in maniera rapida e certa se ci troviamo di fronte ad un fondo attivo o passivo. Chiaramente non ci resta che affidarci al codice deontologico della società d'intermediazione cui è affidata la gestione del fondo: è accaduto infatti che alcune società abbiano preteso costi di gestione e commissioni tipiche di una gestione attiva, pur esercitando di fatto una gestione passiva. Solo affidandoci ad un operatore serio ed affidabile si potrà quindi avere la certezza che il suo comportamento corrisponda a quanto effettivamente promesso e dichiarato!