Cos'è e come funziona l'anagrafe tributaria
Introduzione
L'anagrafe tributaria è una banca dati contenente tutti i dati utili al fisco per monitorare i contribuenti italiani. Istituita nel 1973, possiede oggi la maggior parte delle informazioni relative a prestiti, mutui, bonifichi bancari, assegni ecc. Ecc.
Ma come viene tutelata la nostra privacy? Come funziona questo servizio e che uso viene fatto dei nostri dati? Tutte domande che cercheremo di chiarirvi nel corso di questa guida. Oggi infatti parleremo dettagliatamente dell'anagrafe tributaria, cercando di chiarire cos'è e come funziona.
A cosa serve
Di norma ogni Stato preleva un'imposta sul reddito di ogni singolo lavoratore e di ogni singola impresa. Il requisito fiscale dipende dalla struttura giuridica del proprio business. Se la vostra attività è una società a responsabilità limitata, viene tassata separatamente; le imprese individuali riferiscono le loro tasse personali e il reddito d'impresa utilizzando lo stesso modulo. L'anagrafe tributaria giunge dopo il redditometro, per combattere l'evasione fiscale, mettendo sotto la lente d'ingrandimento i conti correnti, i fondi pensionistici, i depositi e gli acquisti di oro e preziosi. Si tratta di uno strumento che l'amministrazione finanziaria ha ingegnato, con lo scopo di ricercare delle anomalie, tra i movimenti finanziari dei contribuenti e quanto gli stessi utenti dichiarano al fisco. È un controllo retroattivo, infatti, si parte dall'anno 2011 e i cittadini non devono preoccuparsi di conservare le ricevute fiscali o altri dati di pagamento.
Come opera
Gli imprenditori con i dipendenti sono anche responsabili per il pagamento di alcune imposte richieste da parte dello Stato. Tutti gli Stati richiedono il pagamento dell'assicurazione contro gli infortuni e un'assicurazione contro la disoccupazione dei lavoratori statali. Invece di verificare le singole operazioni, il controllore analizza il saldo che è stato incassato, quindi in entrata e quanto è stato speso, dalla persona giuridica o fisica, chiamato saldo in uscita. Prende in considerazione l'ammontare delle operazioni, anche quelle di altri conti correnti, o carte di credito o debito, o movimenti eseguiti come investimenti o acquisto di beni materiali, ad esempio ori e preziosi.
Quando agisce
Per essere soggetti ad approfondimenti da parte di questo ente, devono sussistere delle operazioni poco chiare che si discostano di almeno il 20%. Per fare un esempio, una persona che guadagna circa 20 mila euro all'anno e ne spende 18 mila euro sul conto corrente, apparentemente sembra tutto nella norma. Nel caso in cui, è anche titolare di una carta di credito e ne spende un totale di 30 mila euro, allora scattano gli accertamenti e controlli maggiormente accurati.
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