Come Stimare Il Valore Dell'Avviamento Utilizzando I Sovraredditi
Introduzione
L'avviamento rappresenta un elemento davvero importante, il quale distingue in modo sostanziale le società già avviate che lo hanno dalle imprese di nuova costituzione che ne sono sprovviste. Precisamente, si tratta di un'immobilizzazione immateriale e ricomprende ogni elemento che ha portato un'azienda ad avere un certo posizionamento nel mercato del lavoro.
A livello accademico l'avviamento si può considerare come il maggior valore assunto da una società esistente da anni sul mercato e avente già una sua catena di clienti e fornitori fidelizzati, rispetto ad un'impresa di nuova costituzione.
Per questo motivo, l'avviamento si potrà determinare dai sovraredditi realizzati da un'azienda rispetto ai normali rendimenti di mercato. Nella guida esposta qui di seguito, vi fornirò qualche suggerimento riguardante la procedura per stimare il valore dell'avviamento utilizzando i sovraredditi.
Occorrente
- Azienda
- Patrimonio netto
- Redditi degli ultimi 3 anni
- Risk free rate
- Rischi non diversificabili
- Rischi specifici
La prima azione da compiere per stimare il valore dell'avviamento utilizzando i sovraredditi consiste ovviamente nel calcolare quest'ultimi.
Dovete sapere che i sovraredditi vengono determinati partendo dai redditi conseguiti dall'impresa data in un periodo definito e diminuendo i redditi "standard" di un'azienda del settore simile a quella considerata.
In seguito, si utilizza il patrimonio netto dell'impresa ed il costo del capitale proprio. Attraverso la presente metodologia, l'avviamento si trova sommando i sovraredditi del periodo temporale preso come riferimento.
In questi casi, il problema è rappresentata dal calcolo dei redditi "standard" da impiegare. Generalmente, si moltiplica il patrimonio netto della società in esame per il normale cost of equity (tasso del rendimento atteso da un investitore del settore).
Quest'ultimo elemento si potrà determinare sommando le componenti di rischio non diversificabili, il risk free rate e le componenti di rischio specifiche dovute a vari aspetti (come il settore o le dimensioni aziendali).
La spiegazione appena fornita potrete capirla meglio facendo un esempio pratico. Supponiamo che i redditi di un'impresa tessile negli ultimi 3 anni siano rispettivamente "1.500.000?", "2.000.000?" e "1.600.000?). Il patrimonio netto è uguale al 20% di "15.000.000?". Il risk free rate è del 3%, i rischi non diversificabili sono del 2% e i rischi specifici sono del 5%.
Innanzitutto, possiamo trovare il valore del cost of equity: "Ce = 3% + 2% + 5% = 10%. Negli ultimi 36 mesi presi in esame, quindi, i rendimenti medi dell'impresa tessile sono pari a "Rm = 15.000.000? * 10% = 1.500.000?".
Da questo potete dedurre facilmente che soltanto gli ultimi 2 anni hanno originato dei sovraredditi. Per questo motivo, l'avviamento è dato sommando quest'ultimi: "(2.000.000? - 1.500.000?) + (1.600.000? - 1.500.000?) = 500.000? + 100.000? = 60.000?".
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Consigli
- Dovrete possedere delle buone nozioni di economia aziendale: consultate qualche libro o informatevi direttamente su Internet.