Come scrivere un testamento
Introduzione
Tutti quanti prima o poi pensiamo alla nostra morte, e alle cose che abbiamo ottenuto in vita, a chi vorremmo lasciarle, magari redigendo un testamento che specifica quali e quante cose andranno ai legittimi eredi del nostro patrimonio.
Il testamento è un atto pubblico con il quale è possibile scrivere e stabilire la sorte del patrimonio del 'de cuius', ossia del testatore, dopo la sua morte. Si tratta essenzialmente di un atto revocabile che può essere steso in tre diverse forme di scritture: pubblico, segreto e olografo. Per le prime due è necessaria la presenza di un notaio e di testimoni, il terzo non necessità invece tali formalità. Vediamo insieme come scrivere correttamente un testamento, in modo che all'atto pratico tutto sia in regola e non vi siano problemi di sorta.
Occorrente
- Notaio
- Eredità
Le disposizioni del testamento
Esistono diverse tipologie di testamento: quello Olografico, il Testamento Notarile e il Testamento Segreto.
Per il momento quello che interessa a noi è il testamento notarile.
L'ordinamento italiano è strutturato in modo tale da non lasciare che i beni rimangano senza proprietario; questo in virtù di esigenze garantiste che fanno sì che la categoria delle 'res nullius', letteralmente le 'cose di nessuno' di romana memoria, non sia assolutamente contemplata. Le disposizioni testamentarie devono essere redatte in maniera del tutto autonoma, nel pieno delle facoltà mentali e senza alcun tipo di costrizione né fisica né psicologica. Le ultime volontà devono essere scritte dal testatore di proprio pugno, non quindi da altri né tanto meno a macchina, su un qualunque foglio di carta. Alcuni, nella stesura, prediligono la forma di lettera.
Come redigere il testamento
All'interno del testamento, ai fini della sua validità, devono essere presenti, oltre alle disposizioni del 'de cuius', anche la data di redazione e le firme del testatore e degli eventuali testimoni. Affinché le ultime volontà possano essere interpretate in maniera del tutto univoca, è opportuno che il testo contenga disposizioni chiare e precise, in modo da evitare equivoci interpretativi di sorta. Attraverso testamento è possibile disporre liberamente del proprio patrimonio, fatta salva la posizione dei congiunti più stretti, ai quali spetta di diritto la quota "legittima". Tale quota costituisce una forma di tutela che l'ordinamento ha previsto in capo ai parenti più prossimi del 'de cuius'.
Per avere validità il testamento notarile pubblico deve essere redatto in presenza di un notaio e, come detto precedentemente, di fronte a due testimoni.
Il testamento pubblico inoltre non può essere scritto di proprio pugno, ma è indispensabile che sia il notaio a scriverlo, avvalendosi dei mezzi che ritiene più oppurtuni, ad esempio a macchina, al computer, o altri strumenti.
È assolumante vietato scriverlo a mano.
I legittimi eredi del testamento
Gli eredi legittimi, secondo quanto sancito dal codice civile, sono i figli e i loro discendenti, il coniuge e gli ascendenti, come i genitori e i nonni. La successione trasmette al coniuge 1\3 dell'eredità, mentre i rimanenti 2\3 ai figli in parti uguali. In mancanza di discendenti e con gli ascendenti ancora in vita, essi concorrono con il coniuge alla divisione, al coniuge andranno i 2\3 del patrimonio e la restante parte agli ascendenti. Se all'apertura della successione è in vita solo il coniuge, questi eredita l'intero patrimonio del 'de cuius"; allo stesso modo ereditano automaticamente l'intero patrimonio i genitori o i fratelli in mancanza di coniuge e figli.
Consigli
- Se all'apertura della successione è in vita solo il coniuge, questi eredita l'intero patrimonio del 'de cuius".