In primo luogo, per comprendere come rinunciare al diritto di abitazione, è bene specificare in cosa consiste, nello specifico, tale diritto. Il diritto di abitazione, comè già annunciato in precedenza, è un peculiare diritto d'uso, il quale conferisce al titolare la possibilità di abitare la casa che ne costituisce oggetto (esclusivamente, quindi, utilizzandola in modo diretto), limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia. Per il suo carattere reale, il diritto in questione si distingue dalla situazione derivante dalla locazione, con conseguente inapplicabilità della relativa specifica disciplina. Con la riforma del diritto di famiglia del 1975, sono stati riservati al coniuge superstite, anche quando concorra con altri chiamati, i diritti di abitazione sulla casa familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. Inoltre è da considerare come in conseguenza del venir meno della convivenza familiare, con una disposizione collocata nel quadro delle relative conseguenze riguardo ai figli, il godimento della casa familiare venga attribuito tenendo conto dell'interesse dei figli.