Come ricorrere al giudice del lavoro
Introduzione
Il giudice del lavoro è una particolare figura cui si può adire, ogni volta siamo in presenza di violazione dei diritti inerenti al contratto di lavoro, in base al quale, siamo stati assunti. Il contratto che ci viene fatto firmare al momento del nostro inserimento in un contesto lavorativo, prevede sia diritti sia obblighi del lavoratore e del datore di lavoro. Qualora il vostro datore venga meno ai suoi obblighi, ad esempio, non vi paghi secondo quanto convenuto, non vi permetta di usufruire del congedo ordinario spettatevi, vi sottoponga ad un procedimento disciplinare ingiustamente o altro ancora vi è la possibilità di veder tutelati i propri diritti, rivolgendosi al giudice del lavoro. Questi ha competenza esclusiva in materia di diritto del lavoro a prescindere dal valore delle cause che gli sono attribuite. Il rito davanti al giudice del lavoro prevede tempi più brevi rispetto al rito ordinario ed il giudice del lavoro ha ampi poteri istruttori. Di solito le cause sono dibattute molto oralmente e si tende in favore della conciliazione e dell?accordo tra le parti. Vediamo in particolare, in questa guida. Come si ricorre al giudice del lavoro.
Occorrente
- aver espletato procedimento di conciliazione
Procedimento di conciliazione
Prima condizione per poter adire a questo giudice è aver espletato procedimento di conciliazione. Qualora questo non abbia sortito gli esiti desiderati, il lavoratore può ricorrere al giudice del lavoro, indirizzandosi a quello competente per territorio, cioè a quello nella cui circoscrizione si trova la sede di lavoro del dipendente. Il ricorso deve essere consegnato presso la cancelleria con tutti gli allegati del caso. Nel ricorso deve essere indicata una descrizione dei fatti, dei diritti violati o di quanto si pretende sia difeso.
Il lavoratore ricorrente deve notificare il ricorso e la data dell?udienza al suo datore di lavoro.
Il datore di lavoro deve costituirsi almeno dieci giorni prima dell'udienza.
In pratica il datore di lavoro deve a sua volta depositare presso la cancelleria del tribunale una sua memoria difensiva. La memoria deve essere precisa e non limitarsi ad una generica contestazione, circa quella che sono state le accuse mosse dal lavoratore. In pratica deve fornire tutte le difese ed indicare dettagliatamente, a pena di decadenza, i mezzi di prova di cui intende avvalersi ed i documenti che desidera portare a processo da allegarsi alle memorie.
Udienza
Nel giorno fissato per l?udienza, il giudice interroga le parti presenti e tenta di riconciliarle. Il dipendente deve necessariamente presentarsi all?udienza salvo che non sia impedito da giustificati motivi, perché il suo comportamento sarà valutato dal giudice ai fini della decisione. Stesso a da dirsi per la controparte. Le domande presentate, nonché, le eccezioni e conclusioni, possono essere modificata solo in caso di gravi motivi e se arriva un?autorizzazione del giudice in tal senso.
Pronuncia
Il giudice può ammette testimoni e quindi rinviare la discussione. In sede d?udienza finale il giudice pronuncia la sentenza leggendo la decisione ed esponendo le ragioni di fatto e diritto che lo hanno portato ad emettere tale sentenza. Può essere che, in caso di controversie molto complesse, il giudice non riesca ad esprimersi in sede d?udienza. In questo caso indicherà nel dispositivo della sua decisione il termine entro il quale depositerà la sentenza. Questo termine non deve superare i 60 giorni.
La pronuncia del giudice diventa definitiva (cioè non più appellabile) dopo che sono trascorsi 6 mesi dalla sua pubblicazione o trenta giorni dalla sua notifica questo su istanza della controparte o del suo difensore.
Consigli
- farsi assistere da un avvocato