Come regolarizzare una colf
Introduzione
Regolarizzare una colf non è così difficile. È però importante conoscere bene quali sono i diritti e i doveri che hanno sia il datore che il collaboratore. Vediamo dunque i passi fondamentali per andare incontro a una assunzione senza rischi. Vedremo dunque come aprire il rapporto di lavoro e a cosa stare attenti.
Occorrente
- Documento d'identità e codice fiscale del datore
- Documento d'identità e codice fiscale del collaboratore
- Eventuali permessi di soggiorno
Dove si inizia
L'INPS regolarizza i rapporti di collaborazione domestica. Il cittadino che intende regolarizzare una colf (che può essere o per le pulizie, ma anche babysitter, badante o un giardiniere) può farlo con il proprio profilo del sito INPS. Il pin per accedere ai servizi si può richiedere online oppure direttamente a una sede INPS.
Nel caso non si è provvisti di tale PIN, è possibile affidarsi a terzi, come ad esempio ad un CAF.
Documenti necessari
I dati che richiede l'INPS non sono molti, sia per il datore che per il collaboratore occorrono:
- documento d'identità in corso di validità;
- codice fiscale;
- indirizzo;
- recapito telefonico;
- permesso di soggiorno in corso di validità (solo per cittadini extracomunitari).
Oltre a questi documenti, verranno chiesti la data di decorrenza del rapporto, le ore settimanali, la mansione, la paga oraria o mensile, data di fine rapporto (se non a tempo indeterminato), eventuale convivenza e invalidità con accompagno dell'assistito.
Si ricorda che sono previsti dei minimi sindacali in base all'inquadramento, per cui non si può aprire un rapporto con una paga inferiore a tale soglia. Stesso discorso vale per le ore settimanali, che sono un massimo di 40 per i non conviventi e 54 per i conviventi.
Inoltre, il tempo di prova massimo per questi rapporti è di 8 giorni, entro il quale si può recedere il contratto senza tempi di preavviso. Superato questo periodo il preavviso si calcola in base all'anzianità di servizio e alle ore settimanali.
Dopo l'apertura del rapporto
Una volta aperto il rapporto all'INPS, il datore di lavoro presenterà al collaboratore una lettera di assunzione. Su di essa andranno indicati i dati già inseriti nella denuncia all'INPS. Inoltre andranno specificate la ripartizione delle ore nell'arco della settimana (quante ore di lavoro il Lunedì, quante il Martedì e così via), la retribuzione e la data di inizio del lavoro. Tale lettera sarà presentata in due copie, firmata da ambo le parti e conservata.
I contributi verranno direttamente inviati dall'INPS al domicilio del datore di lavoro. Essi hanno scadenza regolare, trimestrale, con date fisse che non dipendono dalla data di apertura del rapporto. I trimestri sono i seguenti:
- Gennaio Febbraio Marzo scadenza 10 Aprile
- Aprile Maggio Giugno scadenza 10 Luglio
- Luglio Agosto Settembre scadenza 10 Ottobre
- Ottobre Novembre Dicembre scadenza 10 Gennaio
Il costo dei contributi dipenderà dalle ore dichiarate all'INPS. Ove essi non arriveranno a casa, o per qualsiasi motivo se ne vuole fare una variazione, è possibile accedere al portale pagamenti del sito dell'INPS. Con numero del rapporto e codice fiscale del datore è possibile provvedere alla ristampa e anche al pagamento degli stessi.
I diritti e i doveri
È complicato conoscere ogni parte del contratto che regola i rapporti di collaborazione domestica, ma è necessario sapere quali sono i diritti del lavoratore e i doveri che il datore ha nei suoi confronti.
Il datore NON ha l'obbligo di fornire una busta paga nè il CUD (o Certificazione Unica), ma è buona abitudine fare entrambi. Per la busta paga è sufficiente una ricevuta di pagamento con scritto il mese di stipendio(e le ore di lavoro mensili), firmata dal lavoratore, che attesti l'avvenuto pagamento. Il CUD non è nient'altro un foglio che riporta il netto percepito dal lavoratore, il lordo (cioè la parte di contributi a carico del lavoratore detratti dalla busta paga nell'anno) ed eventuale TFR liquidato.
Il collaboratore ha dunque una parte di contributi a suo carico, che sono già compresi nei bollettini che invia l'INPS al datore di lavoro e che quest'ultimo riprende dalla busta paga del lavoratore. Tale quota equivale al 25% dei contributi totali.
Il collaboratore ha diritto a un mese di ferie l'anno, ossia 26 giorni lavorativi (non vengono conteggiate le domeniche), la tredicesima, che equivale a un mese in più di stipendio l'anno corrisposto tra il 15 e il 23 Dicembre, e il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) che solitamente viene retribuito alla fine del rapporto e che si matura ogni per per una quota che equivale alla retribuzione lorda mensile divisa per 13,5 (più eventuali rivalutazioni per rapporti pluriennali).
Si ricorda inoltre che il lavoratore ha diritto a non lavorare i giorni festivi, che saranno regolarmente retribuiti, e che qualora essi vengano lavorati deve essere calcolato il lavoro con una maggiorazione del 60%.
Infine ci sono degli scatti di anzianità che avvengono ogni 2 anni e che equivalgono al 4% in più sullo stipendio base rispetto l'inquadramento del dipendente.
A chi affidarsi
Il contratto di collaborazione domestica è sempre un comune accordo tra datore e lavoratore, ma viste le varie sfaccettature è sempre consigliabile affidarsi a persone competenti. Molti CAF offrono questi servizi, includendo alla sola apertura anche servizi di buste paga e conteggi. È comunque possibile fare da sè, magari servendosi di portali come webcolf, o simili, che offrono ampio supporto in ogni fase del rapporto.
Consigli
- Informarsi sulle tabelle retributive in vigore