Come redarguire i dipendenti
Introduzione
Per un datore di lavoro non è facile dover rimproverare un proprio dipendente, ma purtroppo spesso è necessario. Un lavoratore inadempiente necessita di una strigliata, è un diritto del datore di lavoro che ha bisogno di tutelarsi, e allo stesso tempo è importante che ogni suo dipendente svolga bene il suo lavoro.
I motivi per cui redarguire i propri dipendenti possono essere i più disparati, l'unica cosa certa è che bisogna farlo con molta attenzione per non creare disagi sul posto di lavoro, o demotivare il proprio subordinato. Ed è per questo che bisogna pensare bene a come redarguire un proprio dipendente per evitare spiacevoli inconvenienti.
Occorrente
- Rendete la conversazione costruttiva evitando di aggredire e mortificare il dipendente
- Quando con la gentilezza non si risolve nulla, è giusto redarguire formalmente il lavoratore evitando sempre di metterlo in imbarazzo con i suoi colleghi per evitare l'insorgere di astio e demotivazione
Come partire
La prima cosa da fare è capire qual è il problema, ma soprattutto quale ne è la causa. È importante infatti sapere le colpe del dipendente, ma è vitale conoscere che cosa causa la sua scarsa produttività. Stress, problemi familiari, malattie, insoddisfazione, la lista dei possibili candidati è lunga ed è bene informarsi prima di redarguire il malcapitato, se possibile, altrimenti è il modo migliore di iniziare una conversazione pacata e costruttiva.
Cosa evitare
Innanzitutto andrebbero evitate le sgridate plateali, quelle raramente hanno mai giovato a qualcuno. Un dipendente messo in imbarazzo, difficilmente sarà un lavoratore più producente e anzi i suoi risultati potrebbero calare facilmente. È opportuno rendere il rimprovero costruttivo e mantenerlo privato, facendo attenzione al lato umano della faccenda tanto quanto al futuro che il lavoratore avrà in azienda dopo la conversazione, evitando quindi il manifestarsi di disagio e malcontenti da parte del malcapitato.
I primi avvertimenti
Prima di arrivare a un richiamo ufficiale nei confronti del dipendente, è consigliato provare a risolvere la questione in maniera più "informale". L'aspetto umano è infatti alla base del funzionamento di un buon rapporto di lavoro. La prima cosa da fare quando si nota che il subalterno non assume un comportamento consono alle sue funzioni, è quella di prenderlo da parte e convocarlo in privato per una chiacchierata tranquilla.
Durante il colloquio privato, faccia a faccia col collaboratore di lavoro, occorre innanzitutto individuare o accertarsi delle cause dietro il suo rendimento ridotto, mostrandosi aperti al dialogo e collaborativi in caso si possa intervenire, soprattutto se il problema nasce sul luogo di lavoro.
Inutile focalizzarsi sulle colpe
Sottolineare le colpe o i disagi che il dipendente crea all'azienda è inutile, oltre che deletereo per una conversazione costruttiva. Bisogna ascoltarlo, sentendone le ragioni, in modo da far emergere le sue responsabilità e fargli capire come può migliorare, o come possiamo aiutare nel farlo.
Tutto ciò è importate anche per il rapporto capo-dipendente, che sicuramente ne gioverà, ed il principale sarà guardato in modo diverso dai suoi subalterni. Questo comporterà anche una nuova armonia nell'ambiente di lavoro e, perché no, anche un aumento della produttività collettiva in virtù dell'ottimismo prodotto dalla vostra conversazione.
I casi più difficili
Talvolta purtroppo un tono pacato ed un'analisi obiettiva non bastano, ed il subordinato continua a comportarsi in modo non consono, a non svolgere a pieno delle sue potenzialità le consegne affidategli o addirittura la nostra fiducia sembra essere stata ripagata con il menefreghismo e l'arroganza.
In tal caso, si dovrà procedere per altre vie, è naturale doversi tutelare. Dal richiamo non ufficiale, privato e tranquillo, si passerà al richiamo ufficiale, scritto e spedito tramite email sull'indirizzo di lavoro o con una raccomandata a casa del dipendente. È bene mettere in chiaro quali sono i problemi, dando una scadenza non troppo generosa affinché vengano risolti per evitare eventuali declassamenti o addirittura il licenziamento.
In questo caso va naturalmente assunto un linguaggio formale, ed il tono va mantenuto serio. Non bisogna dare adito ad eventuali speranze di grazia, un datore temuto tende ad essere rispettato.
Consigli
- Effettuare un colloquio privato e informale è sempre la prima azione da intraprendere