Come recuperare gli acconti Irpef versati in eccesso prima del taglio degli stessi
Introduzione
Cerchiamo di vedere insieme, come recuperare gli account Irpef, che sono stati versati in eccesso, prima del taglio degli stessi. Versare l'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che comunemente chiamiamo con la sigla IRPEF, è un'operazione tutt'altro che semplice se non si è esperti in materia ed occorre sempre rivolgersi ad un commercialista oppure ad un centro di assistenza fiscale (CAF), per sapere meglio come dobbiamo muoverci. Se può certamente essere un problema essersi trovati a pagare involontariamente una somma inferiore a quella dovuta, visto che si rischiavano multe salate, è altrettanto problematica la posizione di chi si è ritrovato a versare una cifra superiore. Una delle prime mosse pratiche in materia fiscale che ha effettuato il governo Monti è stata proprio la sostanziosa riduzione dell'acconto IRPEF per alcune categorie, che si sono così ritrovate ad avere pagato più del dovuto. Come si fa quindi a recuperare le somme pagate in eccesso? Vediamolo insieme.
Occorrente
- Irpef
Chi ha diritto al taglio dell'IRPEF
L'analisi delle metodologie per i vecchi rimborsi IRPEF ha bisogno di alcuni punti da chiarire. Innanzitutto dobbiamo sapere quali sono le categorie che avevano diritto al taglio del 17% sull'acconto IRPEF. Si tratta di tutti i soggetti contribuenti in regime dei minimi, che sono soggetti all'imposta sostitutiva del 20% e dei proprietari di immobili ad uso abitativo dati in affitto, che hanno aderito al regime della cosiddetta 'cedolare secca'. Quest'ultima sostituiva insieme le addizionali IRPEF, l'imposta di bollo ed imposta di registro. Questo era stato fatto al fine di semplificare i conti e la modulistica, rendendola più accessibile ai contribuenti. Per queste due categorie lo sconto prevedeva quindi un abbassamento non indifferente delle aliquote che era necessario versare e che consisteva in un passaggio, rispettivamente, dal 99% all'82% e dall'85% al 68%. La normativa attualmente vigente, però, ha cambiato il valore delle aliquote aggiornandoli.
Quali erano i codici
A partire dal mese di dicembre era possibile dunque recuperare le somme versate in eccesso tramite il modulo F24. I codici tributo istituiti per tale operazione erano i seguenti: 1797 (per i contribuenti minimi con imposta sostitutiva al 20%) e 1844 (affittuari con 'cedolare secca').
In questo modo si riusciva dunque ad ottenere l'utilizzo in compensazione del credito d'imposta. Si tratta della cifra versata in aggiunta a quella regolarmente dovuta che verrà immediatamente accreditata dall'erario a nostro favore, per essere successivamente scalata dai futuri addebiti IRPEF. È anche per questo motivo che è strettamente necessario effettuare una revisione accurata dell'ammontare. L'introduzione della normativa ha introdotto non pochi problemi per chi non si era adeguatamente aggiornato.
A chi serve questa guida
Ma non è ancora finita: c'era inoltre la possibilità di riavere indietro concretamente i soldi che abbiamo erroneamente pagato in eccesso, quel 17% di acconto IRPEF di cui parlavamo poco sopra. Per tutti coloro, dipendenti e pensionati, che hanno usufruito del modello 730/12, infatti, sarà il sostituto d'imposta (ad es. Il datore di lavoro) a provvedere a tale regolamento dei conti. È stata cioè accreditata automaticamente già sulla busta paga di dicembre 2012 la cifra che spettava loro come rimborso. Questa guida serve ormai solo per ragioni storiche e di registro, perché le normative nel tempo sono cambiate, ma alcuni soggetti possono aver bisogno di revisionare conti passati e ricostruire uno storico dei versamenti, per poter mantenere aggiornati i loro conti. In alcuni casi può essere ancora utile per la risoluzione di controversie e di problematiche a livello fiscale che possono a tutt'ora presentarsi.
Consigli
- Basta davvero poco per poter capire come recuperare gli account Irpef, che sono stati versati in eccesso, prima del taglio degli stessi.