Come non sentirsi falliti quando il lavoro non soddisfa
Introduzione
C'era una volta un lavoro sicuro a tempo indeterminato che arrivava dopo un percorso di studi finalizzato alla realizzazione ed alla soddisfazione delle aspirazioni personali. Oggi, è purtroppo risaputo, il lavoro a tempo indeterminato viene spiegato nelle ore di storia alle elementari: il lavoro, quando c'è, è precario e la situazione attuale non consente di coltivare ambizioni di sorta. Pochi hanno la fortuna di esercitare la professione che magari sognavano da bambini, ed il famoso pezzo di carta ormai serve solo a sostituire la carta da parati.
Tuttavia, esaurito il prologo ottimistico, occorre comunque cercare di considerare il bicchiere mezzo pieno, ove sussistano i presupposti. A tutto c'è un rimedio: vietato dunque sentirsi falliti quando il lavoro non soddisfa. Come fare? Scopritelo proseguendo nella lettura.
Accettare il fallimento
Se il lavoro non va bene, possono esserci diverse cause. Orari massacranti, una mansione che non vi piace, incomprensioni tra colleghi, errori di vario tipo da voi compiuti: questi sono solo degli esempi. Una di queste cause, o più di una, possono portarvi a pensare che avete sbagliato tutto, che avete intrapreso la strada sbagliata, o magari vi porterà a concentrarvi troppo su ciò che non vi riesce o che vorreste andasse meglio sul lavoro. Il primo passo per scacciare questa brutta e logorante sensazione è quello di accettare il fallimento: esso fa parte della vita, della crescita di ogni individuo, in ogni ambito. Il fallimento non è un nemico: aiuta a conoscersi meglio, a migliorare sé stessi, a capire ciò che si vuole.
Tenete ben presente che tutti sbagliano, ma ciò non significa che non si possa trarre qualcosa di positivo da questo errore.
Non identificarsi con il fallimento
Quando ci si sente dei falliti è facile formulare un pensiero inconscio che è alla base del malessere: ho fallito, quindi sono un fallito. Qualunque sia l'errore che abbiatte commesso nel lavoro, qualsiasi carenza dobbiate colmare, qualsiasi sia la ragione della vostra insoddisfazione, è fondamentale che comprendiate una cosa: voi non siete i vostri errori! L'errore è un fatto isolato della vostra vita. Sia che abbiate vent'anni sia che ne abbiate quaranta o cinquanta avete senz'altro commesso errori, insignificanti o importanti, ma avete compiuto anche cose buone: vi siete diplomati, siete riusciti a trovare un lavoro, anche se magari non vi appaga, avete senz'altro delle persone care che tengono a voi o sarete bravi in qualcosa, fosse anche un hobby. Evitate quindi di concentrarvi sul fallimento compiuto e considerate tutto ciò che fa parte della vostra vita, tutto ciò che di buono avete fatto. Potrà sembrare poco, ma non lo è.
Apprezzare il lavoro
Un altro presupposto da considerare è che, soddisfacente o meno, un lavoro lo avete. E non è poco. Un lavoro permette di vivere, di fare dei progetti, di essere autonomi. Se non aveste quel lavoro, cosa fareste? Parliamoci chiaro: non si può vivere per sempre a casa con mamma e papà, o comunque non si può sempre vivere a loro spese, perché altrimenti sarete sempre limitati nelle scelte e nelle esperienze che vorrete e potrete fare.
I soldi muovono il mondo, quindi lavorare è importante, di qualunque lavoro si tratti. Magari, scegliete di spendere parte dei vostri soldi in qualcosa di piacevole, che vi aiuti a rilassarvi: in questo modo, guadagnare quei soldi vi sembrerà meno pesante e sgradevole, e vi regalerà un benessere con il quale potrete affrontare meglio le difficoltà della vita in generale e del lavoro in particolare.
Non fare paragoni
Spesso chi si sente un fallito tende a fare paragoni con altre persone con cui entra in contatto. Nel caso specifico, sicuramente vi è capitato di pensare: "Mia sorella è una professionista affermata e stimata, mentre io sono solo un cameriere impacciato e sottopagato" o qualcosa del genere. Bene, questo pensiero è disfunzionale. Non fate paragoni con gli altri, perché la vita di ognuno è diversa: magari chi ha un lavoro appagante ha una vita sentimentale carente, o lavora così tanto che non riesce a dedicare del tempo alla famiglia, ad esempio. Ogni persona è diversa e ogni vita è diversa: tenetelo bene a mente e non sprecate tempo ad autoflagellarvi mentre elencate i successi degli altri . Pensate soltanto alla vostra condizione.
Cambiare la condizione sgradita
Giunti a questo punto, sicuramente avete compreso che bisogna cambiare il proprio modo di pensare, diventando positivi e fiduciosi e meno severi con sé stessi. Non rimane che una cosa da fare: modificare quello che non vi piace. Evitate dunque di piangervi addosso e reagite. Il lavoro che fate non vi soddisfa? Guardatevi intorno, cercate, allargate il cerchio delle vostre conoscenze. Mandate curriculum, consultate giornali specialistici, verificate le offerte di lavoro su internet indirizzando la vostra ricerca verso l'ambito lavorativo che maggiormente vi interessa. Sicuramente troverete altro, qualcuno vi contatterà per un colloquio e la situazione si sbloccherà. Non è detto che accada presto e che sarà facile: mettete in conto di dover fare diversi tentativi e di dover portare pazienza. Sicuramente prima o poi sarete ripagati.