Tutti gli investitori possono apportare la propria somma al fondo comune di investimento, formando così un patrimonio in continua espansione. Naturalmente sarà necessaria una delega alla sgr per la gestione da parte della società del risparmio investito. L'obiettivo della sgr è dunque quello di proporre al mercato un fondo comune di investimento staccato dal patrimonio della società. Nel proporre il fondo al pubblico, la società fa una "sollecitazione al pubblico risparmio" promuovendo quindi una nuova iniziativa mobiliare e proponendo di sottoscrivere delle quote. A questo punto sarà il mercato a dover valutare l'opportunità e, se gli investitori sono d'accordo, potranno sottoscrivere le quote di partecipazione al fondo. Tali quote fanno parte di un "patrimonio separato", sia giuridicamente che nell'ambito del contabile. La fase di raccolta è così conclusa; segue l'investimento (con le relative modalità e asset class finanziarie in cui investire) da parte della sgr: essa però metterà come responsabile un fund manager, che deciderà le asset class del fondo. Una volta investito il denaro, l'investitore potrà verificare l'andamento di esso attraverso il NAV (net asset value - valore netto del fondo), pubblicato periodicamente dalla sgr. Il valore unitario della quota di partecipazione si ottiene dividendo il NAV per il numero di quote. Il NAV è dato dalla differenza tra attività e passività del fondo anche se in un fondo comune di investimento le passività sono residuali.