Introduzione
Nella proposta di riforma pensionistica siglata dalle due forze di maggioranza dell'attuale governo M5S e Lega si legge un passo che chiarisce ed esplicita come funziona la Quota 100: "Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell?età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l?obiettivo di consentire il raggiungimento dell?età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti".
Quota 100 e riforma delle pensioni
La Quota 100 è essenzialmente una fattispecie legislativa che mira ad anticipare l'età pensionabile per tutti lavoratori iscritti ai fondi di previdenza obbligatoria, come pure ai fondi sostitutivi e quelli esclusivi. Già il deputato Cesare Damiano aveva presentato il progetto di questa riforma, che prevedeva una gestione molto più flessibile e articolata del sistema pensionistico rispetto alla tanto discussa e mal digerita Legge Fornero.
Quota 100 e calcolo
Fermo restando che per analizzare i dettagli e le applicazioni della Quota 100 se ne dovrà attendere l'approvazione da parte dell'esecutivo, ecco come calcolare l'età contributiva per avere diritto alla pensione secondo la riforma del Governo Conte: sommando l'età anagrafica a quella contributiva si deve raggiungere una quota che dà diritto alla pensione, e nel caso della Quota 100, la somma dei due valori (età + anni di contributi) deve risultare, appunto, 100 (per esempio, 65 anni + 35 anni di contributi = 100).
Quota 100 e limite minimo
Appare evidente che la Quota 100 risulti molto vantaggiosa per tutti quei lavoratori che hanno accumulato meno anni di contributi, perché possono sommare comunque l?età anagrafica per totalizzare la cifra 100 (finora per un'ipotetica pensione da erogare nel 2019 servono 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne). La proposta di legge inerente la Quota 100 prevede, in ogni caso, un limite minimo di età anagrafica, fissato attualmente a 64 anni (63 anni, 6 mesi e 1 giorno, nella fattispecie giuridica) e quindi 36 anni di contribuzione maturata.
Quota 100 per i lavoratori dipendenti
Nello specifico, la riforma M5S e Lega consentirebbe ai lavoratori dipendenti di poter tagliare il traguardo del pensionamento a 63 anni e 6 mesi compiuti, per chi ha totalizzato 36 anni e 6 mesi esatti di contributi (63,5 + 36,5 = 100). Resta da stabilire se verrà introdotto, oltre al limite minimo dell'età anagrafica, anche lo sbarramento minimo relativo al requisito di possedere almeno 35 anni di contribuzione.
Quota 100 per i lavoratori autonomi
Tutti i lavoratori autonomi possono fare domanda di pensionamento al raggiungimento del minimo di 35 anni di contributi e 62 anni e 6 mesi di età anagrafica (la "quota" stabilita, in questo caso, sarebbe precisamente 98,6) con una tempistica di attesa (per la effettiva liquidazione economica) che arriva a 18 mesi dalla data di maturazione dei necessari requisiti per la domanda.
Quota 100 e pensione di vecchiaia
Rimane per ora invariata, secondo le attuali direttive della riforma, la cosiddetta pensione di vecchiaia, che stabilisce il tetto minimo di 65 anni e 6 mesi di età più 20 anni di contributi per gli uomini, e 61 anni più 10 mesi di contributi per le donne. Anche in questo caso, la effettiva liquidazione della pensione avviene dopo 18 mesi dalla domanda.