Come fare un buono fruttifero postale
Introduzione
Le Poste Italiane offrono molti servizi utili al cittadino, tra essi i conti correnti, il pagamento dei bollettini postali, i libretti di risparmio e le carte prepagate. Attraverso gli uffici postali si possono spedire e ricevere pacchi, vaglia, raccomandate, Per informarsi ci si può recare direttamente presso una filiale delle Poste, o in alternativa consultare il sito internet di Poste Italiane. Infine molte guide online spiegano come usufruire di tutti i servizi postali. Nello specifico vedremo come fare per investire in un buono fruttifero postale.
Occorrente
- Documento di identità.
- Codice fiscale.
- Capitale.
Investimento
I servizi postali sono molteplici e le Poste Italiane mettono a disposizione degli utenti anche delle forme di investimento finanziarie chiamate appunto "buoni fruttiferi". Essi consentono di investire in dei titoli nominativi che permettono di incassare gli interessi stabiliti al momento della loro scadenza. Vengono emessi in forma cartacea o virtuale e non hanno spese o commissioni. Sono una valida e sicura forma di investimento.
Documenti
Per avviare l'investimento descritto è necessario recarsi presso un Ufficio Postale di zona e presentare la documentazione richiesta. Tra i documenti necessari servirà il codice fiscale e un documento d'identità valido relativo all'intestatario o agli intestatari (qualora fossero più di uno). Successivamente, l'operatore provvederà ad emettere il buono pari alla cifra che verrà versata in quel momento. Il procedimento di stipula è molto semplice.
Scelta
Considerando che esistono varie tipologie di buoni fruttiferi si dovrà avere ben chiaro quale forma di investimento avviare. Quello che distingue i vari buoni fruttiferi è sostanzialmente la loro durata. Ci sono dei buoni della durata di diciotto mesi ed altri che possono arrivare fino a vent'anni.
Riscossione
Quando il buono giunge a compimento ed arriva la sua data di scadenza può essere riscosso recandosi in qualsiasi ufficio postale. Si potrà ritirare la somma precedentemente investita comprensiva dei relativi interessi maturati. Non conviene lasciare i soldi investiti più del tempo dovuto in quanto il buono dal giorno successivo alla sua scadenza non produrrà più interessi e diverrà infruttifero. I buoni fruttiferi postali non sono esenti da ritenuta fiscale. Essi sono soggetti ad una ritenuta del dodici per cento. Cadono in prescrizione solo nel momento in cui non vengono ritirati nei dieci anni successivi alla loro avvenuta scadenza. Avere queste queste ulteriori informazioni, permette di fare attenzione alle scadenze e alle normative vigenti per quanto concerne questa forma di investimento.
Consigli
- Alla scadenza è consigliabile ritirare i soldi investiti ed i relativi interessi