Come diventare allevatore ittico
Introduzione
Il mestiere dell'allevatore ittico si descrive con, appunto, l'allevamento di diversi tipi di pesci e molluschi in acqua sia dolce che salata, per poi metterli direttamente in vendita. Questo lavoro richiede uno spiccato spirito da imprenditore: bisogna acquistare un allevamento già presente o crearne uno da zero, per poi gestirlo al meglio in modo che dia buoni frutti. Ma non solo, perché richiede elevate capacità e competenze che non necessariamente devono essere state maturate con titoli accademici, master o corsi professionalizzanti. Per saperne di più, vi delucidiamo oggi con questa guida che è dedicata ai consigli su come diventare allevatore ittico.
Occorrente
- Esperienza nel campo dell'acquacoltura e capacità imprenditoriale
Allevatore ittico e formazione
Non sono richiesti, come spesso accade, titoli di studio o lauree per avviarsi a questo mestiere. Ma ciò non significa che chiunque possa cimentarsi, tutt'altro: servono esperienza e profonda conoscenza delle specie che si tratteranno nell'allevamento. A tal proposito esistono dei brevi corsi di formazione professionale, tenuti in alcune città dove questa attività è molto sviluppata. Sono organizzati da enti pubblici o da istituti scolastici privati, e consistono in gruppi di lezioni di breve durata, improntate all'apprendimento di come si possa gestire un allevamento dal punto di vista contabile e logistico. Si tenga in conto che esistono tantissime specie anche molto diverse tra loro, dai molluschi ai crostacei fino ai pesci di tutti i tipi: i corsi sono altamente specifici e riguardano solo alcuni gruppi di questi animali, perciò è bene scegliere quello del settore a cui si punta.
Allevatore ittico ed esperienza
In ogni caso, anche seguendo un buon corso professionale, il punto fondamentale è e rimarrà sempre l'esperienza diretta, sul campo, del mestiere. Insomma prima di avviare un'attività di questo genere, c'è assoluto bisogno di aver lavorato in un allevamento, come aiutante o apprendista. L'unico modo di imparare e memorizzare le informazioni più utili su una specie è starci costantemente a contatto, viverla: si apprenderanno i modi e i tempi di alimentazione e di riproduzione, quando avviene il momento del raggiungimento del peso e delle dimensioni adatte alla commercializzazione, e tante altre cose uniche. Un buon periodo di apprendimento dura almeno un anno, in modo da essere al corrente di come gli animali vanno trattati nelle diverse stagioni.
Allevatore ittico e autonomia lavorativa
Una volta acquisita la necessaria esperienza, puoi prendere in considerazione l'idea di metterti in proprio. Ti servirà un capitale iniziale per le strutture, che sono variabili a seconda della tipologia di pesci che vuoi allevare. Alcuni pesci vanno allevati in mare, altri in vasche: sta a te scegliere le specie in base alle tue conoscenze specifiche. Dovrai informarti circa le disposizioni legislative regionali che riguardano l'acquacoltura e fare in modo che tutto sia a norma di legge; a questo punto dovrai provvedere a procurarti gli avannotti o i riproduttori e dare avvio al tuo lavoro, ricordando che svolgerai sempre la tua attività all'aria aperta e a contatto con pesci e molluschi.
L'allevatore ittico tra rischi e finanziamenti
Ovviamente, mettersi in proprio non è facile e prevede comunque dei rischi d'impresa. Pertanto, non va esclusa l'ipotesi di essere affiancati da un buon consulente che analizzi il rischio lavorativo in ogni fase, senza escludere l'ipotesi di un'assicurazione contro i danni derivanti da rotture di impianti delle vasche o danni da produzione. Inoltre, non prendete sottogamba l'importanza che l'Unione Europea concede alla pesca attraverso fondi comunitari destinati a migliorare questo settore che negli ultimi anni sta vedendo pochi investimenti. Potreste godere di aiuti economici non indifferenti: parlatene con un esperto euro-progettista!
Consigli
- Prima di avviare l'attività in proprio, verifica le condizioni di legge vigenti.