Come diventare addetto al controllo qualità
Introduzione
Possedete delle soddisfacenti oppure ottime capacità di problem solving (che, nella lingua italiana, significa risoluzione di un problema)? Riuscite a lavorare in modo perfetto all'interno di un gruppo di lavoro e avete delle conoscenze di chimica, diritto, strumenti informatici e corsi riguardanti le contraffazioni? In questi casi, vi consiglio di prendere in considerazione l'idea di diventare una figura professionale sempre più ricercata, ovvero quella dell'addetto al controllo di qualità. Numerose infatti sono le società che, per tutelare i prodotti da loro commercializzati, si servono di un team che si accerti che i prodotti/servizi offerti siano qualitativamente buoni. Questa figura professionale non è utile esclusivamente nel settore alimentare, bensì si occupa anche del controllo qualitativo che ricopre anche tanti ulteriori settori produttivi delle imprese. Vediamo allora come diventare un addetto al controllo qualità.
I compiti
Precisamente, qual è il compito principale che l'addetto al controllo di qualità deve andare a svolgere nella sua attività lavorativa? Quello di verificare che le materie prime adoperate e i beni e/o servizi offerti rispettino determinati standard qualitativi e di sicurezza prestabiliti. In particolare, deve ispezionare i lavori completati e/o i lavori in corso per determinare se il lavoro stesso è in grado di soddisfare tutte le specifiche e i requisiti richiesti; monitorare le prestazioni generali del prodotto finito in termini di qualità tecnica e conformità con i requisiti di progettazione e specifiche; deve annotare e segnalare eventuali prodotti o servizi che non soddisfano i requisiti mini di qualità; educare i lavoratori agli standard di qualità richiesti; collaborare con i senior manager per identificare gli approcci e i metodi per migliorare la qualità generale.
Il percorso di studi
Il percorso di studi occorrente per intraprendere effettivamente questo mestiere potrebbe essere vario. Innanzitutto, vi serve almeno un diploma in qualsiasi specializzazione di un istituto tecnico industriale (ITI). L'ideale, ovviamente sarebbe possedere un diploma come perito chimico, oppure quello rilasciato dal liceo scientifico-tecnologico.
Per riuscire ad aumentare la vostra professionalità e quindi anche le possibilità di trovare un buon impiego, sarebbe meglio se vi iscriveste ad una facoltà universitaria e conseguire una laurea. Esattamente, è preferibile frequentare il corso di laurea in chimica (se decidete di lavorare nel settore alimentare) oppure in ingegneria gestionale.
I corsi di specializzazione
Dopo sia il diploma tecnico che la laurea (almeno triennale), risulterà abbastanza funzionale che seguiate dei corsi di specializzazione, che vi daranno un orientamento più specifico. Le materie di cui dovranno trattare quest'ultimo sono il controllo della qualità e il protocollo HCCP o le norme ISO. Indispensabili al vostro lavoro saranno anche ulteriori elementi: occorrerà un'ottima capacità di analisi e un'esperienza di almeno 3 anni con contratti di stage o apprendistato. Bisognerà, infine, saper redigere delle relazioni e l'avere sotto controllo tutti i prodotti esistenti nel magazzino della società per la quale si lavora.