Introduzione
Al termine di ogni periodo amministrativo, se dopo aver effettuato le scritture di assestamento e di epilogo dei componenti di reddito, che si redigono al 31/12 di ogni anno, il conto economico generale presentasse un'eccedenza positiva, significa che si ha un utile d'esercizio. Diversamente dall'impresa individuale, l'utile non viene girato a patrimonio netto, ma secondo quanto indicato nell'atto costitutivo, viene tutto o in parte ripartito tra i soci, oppure accantonato in una cosi detta riserva. Quindi, la sua destinazione finale viene decisa dai soci, rispettando le modalità dell'atto costituitivo e dopo l'approvazione del bilancio, pertanto nell'esercizio successivo. Attraverso i passaggi successivi di questa guida vedremo proprio come destinare l'utile d'esercizio.
Occorrente
- Scritture di assestamento
Innanzitutto ricordiamo che la destinazione dell'utile avviene normalmente all'inizio dell'esercizio successivo, seguendo le norme dell'atto costituitivo. Una possibilità è che, qualora questo non prevedesse nulla, gli utili si ripartiscano in proporzione alle quote di capitale conferite da ciascun socio. Un'altra opportunità, che necessità dell'approvazione dai soci, è quella di impiegare la somma dell'utile all'interno della società. L'utile, in quest'ultima ipotesi, potrà essere utilizzato per eventuali autofinanziamenti oppure per la copertura di perdite future senza intaccare il capitale sociale. Va tenuto presente, inoltre, che se vi sono soci che prestano attività di lavoro nell'azienda, il riparto dell'utile, oltre che delle quote di capitale conferito, deve tenere conto anche della mansione da loro svolta.
Inoltre, l'atto costituitivo può prevedere che l'utile di bilancio non venga interamente distribuito ai soci, ma che una porzione di esso venga accantonata in una riserva statutaria. A volte possono essere i soci stessi che, in sede di riparto, di comune accordo decidano di destinare una quota degli utili alla formazione di una riserva volontaria. Questa riserva, essendo formata da utili non distribuiti, permette alla società di autofinanziarsi, investendo per esempio nei processi produttivi oppure di coprire eventuali perdite che potrebbero verificarsi durante il processo produttivo aziendale.
L'utile d'esercizio, che viene accantonato nella riserva volontaria, può essere adoperato per aumentare il capitale sociale. Grazie alla capitalizzazione della riserva non si verificherà una variazione del patrimonio netto, in quanto si riscontra solo un giro contabile. Ad ogni modo, è importante notare che tale operazione viene di solito eseguita con la finalità di aumentare il valore nominale delle quote dei soci preesistenti in vista dell'entrata di nuovi soci. Ricordate, inoltre, che l'elevazione del valore delle quote sarà pari a quello del versamento effettuato all'atto della costituzione e, ancora, è fondamentale sapere che questa procedura non apporta modifiche ai rapporti di partecipazione dei soci nell'azienda.
Il pagamento delle quote di utile che vengono liquidate ai soci avviene in contanti oppure a mezzo banca e non dà luogo ad alcuna ritenuta fiscale, a meno che le somme da erogare non comprendono dei compensi dovuti a soci amministratori. Il pagamento delle quote di utili e la conseguente estinzione del debito verso i soci si risolvono in una permutazione fra valori finanziari. Come avrete compreso destinare l'utile di esercizio non è difficile, ma occorre prestare molta attenzione a tutti gli elementi che abbiamo citato.