Com'è ben noto, in materia fiscale, ci sono tantissime variabili da valutare per poter gestire al meglio entrate, uscite e le relative dichiarazione dei debiti di un determinato esercizio. Parte integrante di questo meccanismo vede coinvolte le fatture da emettere e le loro corrispondenti contabilizzazioni. Partiamo da un presupposto, ossia che, i fatti aziendali, coinvolti nei movimenti e nei procedimenti fiscali, vengono contabilizzati al momento della ricezione o dell'emissione del relativo documento contabile giustificativo (ossia fatture, note di accredito o di addebito). Di norma, al momento della consegna o della spedizione di merce ad un cliente, si procede all'emissione della fattura (detta in questo caso fattura immediata). Può però accadere che, al termine dell'esercizio, la merce sia stata consegnata o spedita al cliente, ma che non sia ancora avvenuta la contabilizzazione della vendita. Quest'ultima è, infatti, strettamente legata al momento esatto in cui la fattura viene emessa, che può essere anche successiva alla consegna o alla spedizione della merce stessa (in questo caso si parla di fattura di tipo differito). Quindi, uno dei problemi che emerge a fine esercizio è come contabilizzare le fatture da emettere relative ai beni e ai servizi già consegnati o prestati, insomma ai movimenti precedenti. Vediamo di fare un po' di chiarezza su questo tipo di dichiarazione, scoprendo in modo semplice e pratico come avviene questa quantificazione con questa guida su come contabilizzare le fatture da emettere.