Come Contabilizzare Gli Acquisti In Moneta Estera

Tramite: O2O 03/05/2021
Difficoltà:media
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Introduzione

Un acquisto in valuta estera è una transazione che richiede il regolamento, pagamento o ricevuta, in una moneta straniera. Quando il tasso di cambio varia tra la data dell'operazione di acquisto o vendita originale e la data di regolamento, si verifica un guadagno o una perdita sullo scambio. Chiunque opera nella valuta denominata (la valuta in cui avviene la transazione) come valuta estera può avere un guadagno o una perdita.
Le società che effettuano molte transazioni in valuta estera possono acquistare un contratto di valuta a termine per ottenere un tasso garantito. Le aziende con poche transazioni in valuta estera hanno maggiori probabilità di convertire la valuta sul tasso variabile o corrente. Spesso potrà capitare di doversi rivolgere a fornitori che operano in paesi esteri, per una società, e che non usano come per noi, la moneta dell'Euro. Chiaramente questo potrà comportare certi svantaggi: si dovranno considerare i tempi d'attesa abbastanza lunghi per la ricezione dei prodotti scelti (mediamente circa 10 giorni dal giorno dell'ordine fatto). Si potrà incorrere, inoltre, nel rischio di dover pagare l'IVA ed anche i dazi doganali, quando la merce verrà consegnata, trattasi del 24,5% in fattura, sul valore esposto. Altro svantaggio a cui si dovrà pensare, sarà la difficoltà della restituzione dello stesso se per caso risultasse difettoso. In tale tutorial breve, cercheremo di illustrarvi come contabilizzare gli acquisti in moneta estera. Buona lettura!

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Occorrente

  • Registro contabile
  • Calcolatrice
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Gli aspetti principali

Nella contabilizzazione degli acquisti che si sono fatti all'estero, bisognerà considerare gli aspetti che seguiranno, cioè: l'eventualità che il regolamento dell'operazione possa avvenire in una moneta diversa da quella di conto. Il trattamento dell'IVA che cambia in base all'operazione, potrà avvenire all'esterno oppure all'interno dell'Unione Europea (UE). Per quanto concerne il punto primo, se il pagamento avverrà in una moneta diversa, bisognerà procedere convertendo l'operazione. Secondo l'OIC 26 comunica che "Operazioni e partite in moneta estera", par. 4.1, la conversione di una transazione finanziaria o commerciale è effettuata al cambio in vigore alla data dell'operazione. Secondo l'OIC 26, par. 4.2, gli eventuali utili oppure perdite di conversione degli elementi passivi oppure attivi, dovranno essere rilevati nella "voce 17 bis - Utili e Perdite su cambi". Essi, non si dovranno considerare a rettifica dei ricavi e dei costi originari, però proventi e oneri rientranti nella gestione finanziaria dell'impresa, in modo da esprimere i cambiamenti nel tempo della valuta che avrete scelto precedentemente nella negoziazione.

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Il trattamento IVA

In riferimento al punto secondo, cioè ai fini del trattamento IVA, bisognerà distinguere le operazioni in base al fatto che siano "intracomunitarie", ovvero "extracomunitarie". Per gli acquisti intracomunitari vale la regola che l'imposta viene assolta nel Paese di destinazione. Nel caso in esame, quindi, sarà l'operatore italiano che farà gli acquisti rilevando l'IVA e pagando l'imposta. A tal scopo, le fatture dovranno essere integrate in modo opportuno e segnate, sia nel registro delle vendite, sia in quello degli acquisti. Per gli acquisti extracomunitari, la riscossione dell'IVA avverrà al momento dell'importazione della merce da parte dell'Amministrazione doganale. Lo spedizioniere anticipa l'IVA, poi chiederà il rimborso successivamente. Per chiarimenti ulteriori, e per le scritture contabili, dovrete verificare gli eventi come da voce: "Acquisti effettuati su mercati esteri comunitari" e nella voce "Acquisti effettuati su mercati esteri extracomunitari" .

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Le nuove regole

Dall'anno 2011, sono state fatte delle regole nuove per la fatturazione ai clienti esteri. Praticamente se l'impresa italiana chiamata A emette una fattura all'impresa estera chiamata B, non è l'impresa A che deve inserire l'IVA in fattura, ma sarà B che dovrà accettare la fattura da A, senza l'imposta dell'IVA, poi integrerà la fattura con l?IVA versandola nel suo Paese. L?inversione contabile perciò, comporta lo spostamento degli obblighi fiscali a carico alla società estera chiamata B, e non alla società A come solitamente succede. Tale procedura è stata imposta in modo da evitare le frodi IVA, durante le cessioni all?estero. Pertanto, è necessario registrare qualsiasi variazione di valore dalla data della transazione originale come un guadagno o una perdita in valuta estera nel corso dell'anno, riportando tutte le somme all'interno del registro contabilità fornitori o nella contabilità clienti, a seconda dei casi. In questo modo, risulterà anche più semplice calcolare l'effettivo valore dei conti in valuta estera, sia di quelli attivi che di quelli pagabili al tasso; ad ogni modo, entrambi dovranno essere pronti alla fine dell'esercizio contabile.

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Il tasso di cambio

È chiaro che la variazione dei tassi di cambio nel tempo può comportare una variazione del valore di una transazione in valuta estera e ciò deve riflettersi nei registri contabili dell'azienda. Le transazioni in valuta estera si verificano perché la valuta di rendicontazione dell'attività e il tasso di cambio variano tra la data di vendita iniziale, la data di fine anno e la data di regolamento.
Supponendo che la passività nei confronti del fornitore estero non sia stata pagata alla fine dell'anno, l'azienda deve tenere conto di eventuali variazioni del valore di tale passività dovute a variazioni del tasso di cambio tra la data della transazione iniziale e la data di fine anno. Questa differenza è indicata come un guadagno sul tasso di cambio non realizzato, poiché l'importo deve ancora essere regolato.

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Gli acquisti senza IVA

Ora vi faremo un esempio di fattura estera, cioè intracomunitaria, perciò senza IVA.
Dovrete indicare il nome del professionista oppure dell'impresa, l'indirizzo con numero civico, CAP (codice avviamento postale), città e provincia. Poi ancora serviranno numero di partita IVA e codice fiscale. Dovrete indicare il numero del Registro Imprese della città relativa, numero di telefono e fax. Infine, dovrete quindi indicare il nome del cliente, con indirizzo e numero civico, CAP (codice di avviamento postale), città e provincia. Anche in questo caso andrà indicata la partita IVA e numero del codice fiscale.
A questo punto, andrete ad indicare che si tratta di una fattura, con numero corrispondente e data della fattura. Nel corpo della pagina andrete ad indicare la descrizione degli oggetti/o venduto, oppure prestazione di servizio, l'importo, l'importo previdenziale 4% (se siete liberi professionisti), ed infine l'importo totale. Potrete indicare delle note, ad esempio scrivendo "Fattura non soggetta IVA ex art.7, comma 4, DPR 633/1972". Molto importante anche indicare la forma di pagamento, l'intestazione del pagamento da effettuare, cioè: codice IBAN, con codice Bic Swift.

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