Come comunicare al datore di lavoro la gravidanza
Introduzione
Il mondo del lavoro può diventare un ambiente ostico specialmente per le donne, nonostante una teorica "uguaglianza" di diritti che non rispecchia la realtà: infatti è notizia di questi giorni come lo stipendio di una donna rimane più basso rispetto a quello di un collega uomo con la stessa mansione. Le regole del gioco sono sempre decise dagli uomini e tra i tanti aspetti ancora penalizzati vi è quello della maternità, che spinge molte lavoratrici a temere il momento in cui dovranno comunicare al proprio datore di lavoro la gravidanza. Vediamo insieme qualche consiglio utile per affrontare il tema con il capo, senza subire penalizzazioni.
Occorrente
- Sicurezza di sé e consapevolezza dei propri diritti di lavoratrice e madre.
Sarà capitato a molte di voi di affrontare un colloquio di lavoro e arrivare al momento della fatidica domanda: Lei ha intenzione di avere figli? Ebbene sì: molti datori di lavoro considerano problematica la prospettiva della gravidanza per le proprie dipendenti, portandoli a considerare gli uomini potenzialmente più produttivi e affidabili. Ma nel caso in cui doveste scoprire di essere incinta non temete: esistono tutele legali, tra le quali l'assenza d'obbligo di comunicare al capo il vostro stato interessante, subito dopo esserne venute a conoscenza.
La legge vi permette di attendere il settimo mese prima di inviare qualsiasi comunicazione, per poi presentare tutti i documenti per l'avvio delle pratiche di congedo per maternità. Siate chiare col vostro superiore sulle vostre intenzioni: specificate che non avete intenzione né di venire meno ai vostri impegni lavorativi, né di ottenere ferie aggiuntive oltre quelle previste per legge. Se il vostro impiego vi costringe a lunghe sessioni senza pause, a mantenere la stazione eretta per molte ore consecutive o a un impegno fisicamente più stressante, potete chiedere un temporaneo cambio di ruolo.
Per tutte quelle mansioni "a rischio", la legge prevede che durante tutti i nove mesi le lavoratrici in attesa di un figlio non potranno essere esposte a lavori pericolosi, al trasporto e spostamento di carichi pesanti e a ruoli particolarmente debilitanti. Se la vostra azienda lo prevede, dopo il parto e successivo rientro a lavoro potrete modificare il contratto per andare incontro alle esigenze di madre. In caso contrario rimarcate con convinzione l'intenzione di tornare pienamente operative senza che la maternità pregiudichi la vostra produttività in azienda.
Non tutti i datori di lavoro sono ben disposti ad accettare l'eventualità di gravidanze nel personale, cosa che risulta discriminatoria per la donna, ma non regolamentata da norme specifiche. Siate comunque sicure di voi e risolute nel ribadire la vostra assoluta serietà e professionalità con il vostro superiore.
Consigli
- Se possibile, fate consultare il vostro contratto di lavoro da un avvocato per utili consigli su come agire.