Come compilare il modello QUIR per la richiesta del TFR in busta paga
Introduzione
Il 3 aprile 2015, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sono entrate in vigore le disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri DPCM n° 29/2015 che trattano della possibilità, per i lavoratori dipendenti del settore privato, di richiedere al proprio datore di lavoro l?accredito del TFR (Trattamento di Fine Rapporto noto anche come liquidazione o buonuscita) ?maturando?, direttamente in busta paga mensile anziché, come previsto finora, essere messo da parte e liquidato alla cessazione del rapporto di lavoro o versato sul proprio fondo pensione.
Il decreto definisce il TFR maturando in busta paga come QuIR ossia ?Quota maturanda del Trattamento di fine rapporto come parte Integrativa della Retribuzione?.
L'anticipazione del TFR mensile in busta paga deve essere richiesta presentando al proprio datore di lavoro il cosiddetto modello QuIR, un modulo messo appunto dal Governo ed allegato in fac-simile al DPCM n° 29/2015.
Di seguito viene esposta un'utile guida riguardo quando e come compilare il modello QUIR per la richiesta del TFR in busta paga.
Occorrente
- Leggere con attenzione la guida.
Informazioni generali
Innanzitutto, qualora si deciderà di richiedere l'accredito del TFR sulla busta paga, bisognerà ricordare che l?importo accreditato equivale al TFR che matura ad ogni mese di stipendio, e che pertanto non dovrà essere confuso con quello già maturato in passato. Questo infatti non viene regolato dal Decreto. Quindi per i lavoratori che faranno tale scelta, la quota maturata in ogni mese di stipendio verrà liquidata subito sulla busta paga mensile insieme alla retribuzione spettante, mentre il TFR maturato in passato rimarrà accantonato.
Chi ha diritto a ricevere il TFR
Ha diritto al TFR in busta paga il lavoratore dipendente con un?anzianità di servizio di almeno 6 mesi. Quindi, un lavoratore neo-assunto che abbia solo 2 mesi di lavoro, dovrà attenderne altri 4, qualora volesse attivare questa opzione prevista dalla legge. Va ricordato che si tratta di anzianità minima maturata presso il medesimo datore di lavoro.
Sono esclusi dal fare la richiesta, i seguenti dipendenti:
- i lavoratori dipendenti domestici;
- i lavoratori dipendenti del settore agricolo;
- i lavoratori dipendenti di aziende in CIGS o sottoposte a procedure concorsuali;
- i lavoratori dipendenti che abbiano posto il TFR a garanzia di finanziamenti;
- i lavoratori dipendenti per i quali il CCNL preveda già la corresponsione periodica del TFR e quindi il suo accantonamento presso soggetti terzi (come ad esempio i lavoratori a chiamata).
Partenza dell'erogazione del TFR
Per le aziende con più di 50 dipendenti, il TFR in busta paga sarà disponibile dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; nel caso, invece, di aziende con meno di 50 dipendenti che intendano avvalersi del finanziamento assistito e garantito dall?INPS, l'erogazione potrà avvenire dal terzo mese successivo a quello di efficacia della richiesta.
Ad esempio, in caso di richiesta effettuata entro il 31 marzo 2015, nella prima situazione, la prima quota mensile sullo stipendio inizierà ad essere erogata in busta paga da aprile 2015, nel secondo caso da luglio 2015.
Quando è possibile richiedere il TFR
I lavoratori dipendenti potranno avanzare tale richiesta in qualsiasi momento a partire dal 1° marzo 2015, ma non oltre il 30 giugno 2018, dal momento che questa misura introdotta dal Governo è in via sperimentale. Va però ricordato che una volta richiesta, la QuIR avrà valenza di tre anni e sarà irrevocabile fino al 30 giugno 2018.
Dopo tale data, la legge non avrà più valore e verrà ristabilita, per il lavoratore, la situazione esistente prima della scelta del TFR in busta paga.
Tassazione del TFR
Normalmente il TFR viene liquidato al termine del rapporto di lavoro e tassato con il regime della ?tassazione separata? (ossia non entra a far parte dei redditi dell?anno in cui viene erogato e viene tassato separatamente dagli altri redditi). Invece la QuIR sarà tassata applicando le aliquote IRPEF ordinarie, cioè, le percentuali applicate agli scaglioni reddito IRPEF 2015.
Ciò significa che tale cifra, quando accreditata in busta paga, si andrà ad aggiungere al reddito già percepito dal lavoratore, il quale dovrà pagare le imposte in base alla aliquota più alta prevista per il reddito percepito nell?anno.
Tutto ciò comporta che chi fa questa scelta avrà dei vantaggi solo se il reddito complessivo è basso, mentre per chi ha redditi medio-alti (superiori a 28 mila euro) risulterà più sconveniente.