Come chiudere un conto corrente cointestato
Introduzione
Come per tutte le utenze, quando stiamo per diventare clienti di una struttura, anche le banche fanno in modo di renderci semplice la procedura. Che sia personale o cointestato, nel momento in cui decidiamo di accendere un Conto Corrente presso una determinata Banca, veniamo accolti e coccolati dal funzionario di turno che ci sorride a 62 denti, ascolta le nostre esigenze e ci presenta prontamente la soluzione più idonea al nostro profilo (forse).
Tutt'altra storia è il procedimento inverso. Quando cioè abbiamo intenzione di chiudere un rapporto di utenza, avendo magari deciso di optare per i servizi di un istituto concorrente.
Il Conto Corrente cointestato
Aprire un C/C cointestato tra due o più soggetti non è un problema per la Banca, la quale ha tutti gli interessi ad acquisire nuove utenze, sulle quali cercherà di abbinare servizi vari come carte di credito, muti, prestiti, RID, prodotti finanziari. Tali servizi oltre agli scopi ufficiali, hanno anche quello di scoraggiare l'utente a rivedere i termini contrattuali in caso di una sua eventuale scelta di passare ad un istituto concorrente, che magari pratica migliori condizioni.
Immaginate tutti quegli addebiti che puntualmente ci ritroviamo sull'estratto conto, piccole cifre la cui origine non merita nemmeno qualche minuto di approfondimento, per carpirne la natura. Provate a moltiplicare pochi centesimi o qualche Euro per centinaia di migliaia di utenti e capirete quanto sia semplice per una banca raggiungere volumi di affari esorbitanti e l'importanza del numero dei C/C accesi.
Per accordare la cointestazione di un C/C, alla banca basta attingere notizie sulla solvibilità dei sottoscrittori. Notizie che sono già pronte e disponibili sul sistema interbancario (ABI), una rete di flussi e dati dove confluiscono le schede personali di ognuno di noi.
Le quote
Salvo accordi diversi, esistono della regole standardizzate in merito all'appartenenza e alla gestione del capitale versato sul C/C, sulle operazioni bancarie e sulle successioni in caso di morte di uno dei titolari. Regole esposte su quelle numerose pagine scritte in righe microscopiche che non leggeremo mai, ma che sono a tutti gli effetti i principi che accettiamo nel momento della firma.
La chiusura
Senza dilungarci in altre tematiche, focalizziamoci sulle questioni inerenti la chiusura di un C/C cointestato.
Innanzitutto la tempistica necessaria alla disattivazione della carte di credito e del conto titoli, è passata dal 2015 dai canonici 15 giorni lavorativi ad un massimo di 12 con eventuali sanzioni a carico dell'Istituto in caso di non adempimento dei tempi massimi che vanno da 5160 a 64.555?. Il contante, al netto delle trattenute si potrà prelevare al momento della chiusura o riversarlo sul nuovo C/C. L'estinzione può avvenire in seguito ad esplicita richiesta di uno solo degli intestatari in caso di firma disgiunta, mentre se è prevista la firma congiunta, occorrerà verbalizzare la volontà di tutti i beneficiari.
Al momento della chiusura vanno riconsegnate le carte di credito il/i carnet di assegni, la o-key smart per l'home banking e il/i bancomat.
Le spese
In seguito al decreto Bersani 223/2006, le banche non possono più chiedere spese di chiusura su un C/C. Le uniche cifre che possono trattenere sono relative ai costi di gestione del conto (canone, imposta di bollo) e/o eventuali interessi a debito maturati al momento di fine rapporto. È consigliabile aprire un nuovo conto e trasferirvi quasi tutto il contante del vecchio tramite un giroconto. Dirottare sulla nuova banca la gestione del servizi, prima ancora di presentare richiesta di chiusura del C/C. Per le banche on line che non hanno una sede fisica, la richiesta di cessazione va richiesta tramite Raccomandata con A. R., sulla quale viene indicato il nuovo C/C sul quale si desidera l'accreditamento del deposito bancario. Ovviamente per conti cointestati a firma congiunta, la lettera dovrà recare la firma dei due o più cointestatari.