Come calcolare la quota di legittima testamentaria
Introduzione
Quello della successione è un argomento che tutti, prima o poi, siamo chiamati ad affrontare. Le regolamentazioni giuridiche legate alla successione sono davvero moltissime e mirano sostanzialmente alla tutela degli interessi del defunto e dei suoi parenti più prossimi. Proprio per tale ragione, nella seguente guida, vi illustrerò, attraverso una serie di utili e semplici passaggi, come calcolare la quota di legittima testamentaria nelle diverse situazioni, ossia la presenza o meno di un coniuge e di figli, che può cambiare in maniera determinante la quota disponibile di cui il testatore può disporre. Vediamo quindi come procedere.
Occorrente
- Codice Civile
Analizzare la figura dei "legittimari"
Come prima cosa, è necessario specificare che nelle successioni testamentarie, la legge italiana è molto chiara e stabilisce che, chi vuole fare dei lasciti testamentari, può disporre (in tal senso) solo di una parte del proprio patrimonio, in quanto esistono delle figure, legate al testatore, che godono di una particolare tutela da parte del codice civile, il quale riserva loro delle quote di legittima, anche se ciò va contro la sua volontà. Tali persone, vengono definite con il termine di legittimari e la quota a loro spettante, varia in base al rapporto che hanno con il testatore ed al loro numero.
Effettuare la divisione dei beni
I legittimari riconosciuti giuridicamente sono tre: il coniuge, i figli (o i loro discendenti se questi non sono più in vita) e i genitori del testatore (questi ultimi rientrano in questa categoria solo in assenza di figli). La prima casistica che si potrebbe verificare è la sola presenza del coniuge: in questo caso, ad esso spetta la metà del patrimonio, mentre l'altra metà resta disponibile per lasciti testamentari. Se oltre al coniuge c'è anche un figlio il patrimonio va diviso così: un terzo al coniuge, un terzo al figlio e un terzo disponibile. Se i figli sono più di uno si procede così: un quarto al coniuge, metà ripartita in parti uguali tra i figli e il restane quarto disponibile.
Distinguere le due parti dell'eredità
Da tutto ciò si evince che l'eredità si distingue in due parti: la quota disponibile, ovvero quella parte di eredità nella quale la persona può decidere eredi e condizioni nel testamento e la quota cosiddetta "di legittima", ossia quella porzione di eredità che la legge riserva ai discendenti e al coniuge della persona deceduta. La quota legittima viene calcolata confrontando il valore della quota riservata al netto dei debiti. Più nello specifico, per il calcolo, occorre stilare il rapporto tra la quota spettante al legittimario e la massa ereditaria. Quest'ultima rappresenta la massa di tutti i beni di proprietà del defunto al momento della morte, con la relativa detrazione, però, di tutti i debiti.
Effettuare il calcolo della quota di legittima
Ecco dunque il procedimento necessario per il calcolo della quota legittima: a tal riguardo occorrerà sottrarre al relictum i debiti, per poi sommare le donazioni, laddove presenti. Bisognerà riferirsi all?articolo del Codice Civile che definisce la porzione di quota che spetta al legittimo (articolo 540 per la moglie, articolo 537 per i figli). Dopo aver effettuato il calcolo della quota spettante al soggetto titolare di legittimità, bisognerà controllare che tale quota sia contenuta nel patrimonio relitto. Qualora ciò non fosse, il soggetto legittimato dovrà agire contro coloro i quali hanno ricevuto in donazione una porzione del patrimonio della persona defunta.
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Consigli
- Rivolgetevi ad un avvocato o ad un notaio in caso di dubbi riguardo la quota di legittima testamentaria