Come calcolare l'indice di liquidità primaria
Introduzione
Per l'analisi finanziaria, che concerne la capacità di un'azienda di far fronte con strumenti propri agli impegni finanziari di breve e di medio/lungo periodo, è fondamentale saper calcolare l'indice di liquidità primaria. In particolare essa pone il fine di indagare, da una parte, se l'azienda presenta o meno tensioni di liquidità (mediante l'indice stesso di liquidità primaria). Ovvero se e come è potenzialmente in grado di far fronte ai propri impegni finanziari di breve periodo. Mentre, dall'altra, se le risorse investite nel medio/lungo termine sono adeguatamente finanziate con mezzi che presentano la stessa struttura temporale di pagamento (mediante l'indice di solidità).
Occorrente
- Stato patrimoniale dell'azienda presa in esame
Indici di liquidità
Gli indici di liquidità (o di solvibilità) rappresentano per un?azienda il suo grado di ottemperare rapidamente ed economicamente ad impegni finanziari a breve termine. Ossia se essa riesce ad essere solvibile (o liquida) agli impegni ordinari gestionali soltanto con le proprie disponibilità di cassa e/o bancarie. Gli indici di liquidità più utilizzati sono: a) indice di liquidità primaria; b) indice di liquidità secondaria; c) indice del tempo medio d?incasso dei crediti commerciali; d) indice del tempo medio di pagamento dei debiti commerciali; e) indice di rotazione del magazzino. L'insieme degli indici di liquidità primaria e secondaria è il gruppo più rappresentativo per la solvibilità di un'azienda. Il primo di essi viene anche denominato come "quoziente acido di liquidità", "acid test ratio" o "prova acida".
Riclassificazione dello stato patrimoniale aziendale
Tuttavia, prima di procedere al calcolo dell'indice di liquidità primaria, è necessario operare la riclassificazione dello stato patrimoniale aziendale. Più precisamente bisogna ricavare: LIQUIDITÀ IMMEDIATE ottenute dalla somma del denaro in cassa, del conto corrente attivo e dei titoli finanziari posseduti nei confronti di terzi; LIQUIDITÀ DIFFERITE rappresentate dalla somma dei crediti verso i clienti esigibili entro l'anno, ratei attivi e risconti attivi; DISPONIBILITÀ di cui fanno parte le rimanenze finali valutate al prezzo di vendita e i crediti oltre l'anno. La somma di queste prime tre voci costituisce l'ATTIVO CORRENTE. Infine il PASSIVO CORRENTE, in cui rientrano un eventuale saldo negativo sul conto corrente, i debiti entro l'anno verso i fornitori, l'IVA a debito accumulata, i ratei passivi ed i risconti passivi.
Calcolo dell'indice di liquidità primaria
Compiuti questi passaggi l'indice di liquidità primaria viene valutata con due quozienti: il QUOZIENTE DI LIQUIDITÀ ottenuto sommando le liquidità immediate con quelle differite e dividendo la somma per il passivo corrente (liquidità immediate + differite / passivo corrente). Ed inoltre il QUOZIENTE DI DISPONIBILITÀ, dato dal rapporto tra l'attivo corrente e il passivo corrente. Quest'ultimo segnala la suddetta capacità di far fronte agli impegni a breve termine con i mezzi liquidi a disposizione e con le entrate future derivanti dal realizzo delle liquidità differite e delle disponibilità. Invece, nel caso del quoziente di liquidità, il concetto di saldare gli oneri finanziari è più ristretto perché non si considerano le risorse investite nelle rimanenze finali.
Valutazione del risultato
Se il quoziente di liquidità risulta maggiore di uno e quello di disponibilità maggiore di due, l'azienda possiede un soddisfacente indice di liquidità primaria. Ciò significa che si trova ad operare in una situazione ottimale di liquidità. Questo dato rappresenta sia una sorta di paracadute, qualora vi siano da affrontare delle spese impreviste, che un ottimo biglietto da visita per nuovi fornitori intenzionati a stringere rapporti professionali.
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Consigli
- E' conveniente eseguire un'analisi di bilancio attraverso gli indici di liquidità con una certa frequenza.