Come calcolare il valore aggiunto del conto economico
Introduzione
Una voce fondamentale di calcolo presente nel bilancio di ogni attività è sicuramente il valore aggiunto. Il valore aggiunto rappresenta il primo margine del conto economico, praticamente quello che indica quanto reddito produce la gestione caratteristica di un?azienda, di un?attività, di uno studio oppure di un negozio. In buona sostanza, il valore aggiunto rappresenta il guadagno netto, da cui successivamente dovranno esser detratte le relative imposte, che si ottiene dalla produzione e dalla vendita di un bene oppure di un servizio. Con un semplice esempio pratico sarà molto più agevole spiegare e comprendere il concetto del valore aggiunto. Occorre utilizzare, pertanto, questa guida per osservare come si può calcolare il valore aggiunto del conto economico. Seguendo i tre passaggi di questa esauriente guida, vedrete come è possibile calcolare il valore aggiunto della propria attività.
Occorrente
- Fatture fornitori
- Bollette utenze
- Calcolatrice
- Notes per appunti
- Matita
Semplificazione
In maniera più semplice, possiamo dunque definire il valore aggiunto come una semplice differenza tra i ricavi aziendali (sommati algebricamente) ed il totale dei fattori acquistati all'esterno. Questa entità dipende in special modo dalle scelte operate dall'azienda. Questo può assumere più o meno valore a seconda che l'azienda operi scelte di convenienza economica, oppure opti per scelte strategiche, atte ad innalzare il valore aggiunto aziendale. In altre parole, il valore aggiunto sta ad indicare se un'azienda è in grado di accrescere notevolmente il valore delle materie che acquista e lavora. Ad incidere inoltre in maniera massiccia è la differenza tra il valore aggiunto ed il costo della manodopera. Il risultato di questo calcolo deve essere sempre al di sopra di una determinata soglia d'allerta, altrimenti significherebbe che il sistema non funziona. Questo valore è definito EDIBTA. Cercando di semplificare ulteriormente (escludendo tuttavia, per comprensione, molte variabili), più un'azienda è in grado di fare cassa, più è in grado di generare valore aggiunto. Infatti, per generare valore aggiunto i principali risultati sono la ricchezza aziendale e la liquidità prodotta. Dunque, per concludere l'esemplificazione, il valore aggiunto esprime la capacità di un'azienda di generare liquidità e ricchezza. Ora vediamo come calcolarla.
Voci di spesa
l primo passaggio da effettuare, essenziale per poter eseguire un calcolo preciso e quanto più approfondito possibile, riguarda la raccolta di tutte quante le voci di spesa che si sommano per la produzione di un bene oppure per la fornitura di un servizio. È buona regola, pertanto, armarsi di una elevata dose di pazienza ed iniziare a raccogliere le fatture e le bollette di ciascun genere, per poi andare ad individuare quali siano le spese sostenute per effettuare la realizzazione del prodotto che si andrà ad offrire ai propri acquirenti. È necessario, in ogni caso, non sottovalutare questo passaggio. È, infatti, importantissimo sapere con molta precisione quanto si va a spendere per realizzare quello che si deve commercializzare. Queste sono generalmente le spese vive, che vanno ad includere qualsiasi cosa venga acquistata dall'esterno affinché l'azienda possa produrre. Ogni dato dimenticato od omesso non permette di calcolare in maniera reale l'effettivo valore aggiunto, restituendo un dato fittizio.
Valore di produzione
A questo punto, possiamo metterci virtualmente alla scrivania, e prendere tutto quanto il materiale che ci occorre. Servirà, sicuramente, un blocco notes per prendere appunti ed una matita, le fatture dei fornitori, le bollette delle utenze, un rendiconto aggiornato delle vendite, un rendiconto delle rimanenze ed una calcolatrice affidabile. Per cominciare è necessario andare a calcolare il valore della produzione, che riguarda i prodotti che sono attualmente in corso di lavorazione, i semilavorati ed i prodotti finiti. Questa voce rappresenta la somma dei ricavi delle vendite e delle prestazioni, delle variazione delle rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati e finiti, della variazione dei lavori in corso su ordinazione, degli incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni e degli altri ricavi e proventi legati alla gestione caratteristica. Per comprendere meglio il concetto, andremo a fare un semplice esempio pratico. Una farmacia che vende farmaci per 200 e presta servizi per 50, potrà calcolare un valore della produzione (Vp) pari a 250.
Valore aggiunto
Successivamente, possiamo procedere a vedere come si calcola effettivamente il valore aggiunto (Va). In buona sostanza, questa voce è il risultato della differenza tra il valore della produzione ed i costi delle produzione. Tra le voci contenute nei costi della produzione andremo ad annotare quanto segue. Innanzitutto, il costo delle materie consumate, i costi dei servizi esterni, la variazione delle rimanenze, calcolata come gli acquisti sommati alle rimanenze iniziali del magazzino, sottratte alle rimanenze finali, ed altri costi di gestione caratteristica. Anche in questo caso, possiamo fare un semplice esempio per spiegare e per comprendere meglio il tutto. Precisamente, prendiamo come esempio una farmacia, in cui costi di produzione (Cp) saranno come quanto segue. Ci sono da tenere in considerazione i costi per farmaci, che in questo esempio saranno di 150, gli affitti sono di 20 e la variazione per le rimanenze dei farmaci sono di 10. Ne deriva che Cp = 150 + 20 + 10 = 180. Il valore aggiunto della farmacia presa in considerazione sarà, pertanto, Va = Vp ? Cp = 250 ? 180 = 70.
Consigli
- Per poter calcolare con semplicità e rapidamente il valore aggiunto del conto economico preparate un foglio Excel da poter aggiornare con facilità.