Come calcolare i periodi di dilazione media
Introduzione
La dilatazione media, conosciuta anche con la denominazione di sfasamento, rappresenta quella capacità da parte di un'azienda di allungarsi oppure di restringersi a seconda delle esigenze. Calcolando i periodi di dilazione media, sarà possibile avere a disposizione delle informazioni abbastanza utili per apprezzare la struttura finanziaria di un'azienda nel migliore dei modi. Il concetto di base, riferito solitamente al magazzino, lo si può estendere senza alcun genere di problema ad altre grandezze, come i crediti ed i debiti. Tuttavia, senza dilungarci troppo in preamboli, in questa semplice ed esauriente guida andremo e vedere come si possono calcolare i periodi di dilazione media.
Generalmente quando si parla di periodo di dilazione media, ci si riferisce a quel lasso di tempo, espresso in giorni, che intercorre tra due successivi approvvigionamenti di magazzino. Per quanto riguarda, invece, il tasso di rotazione, possiamo affermare che si riferisce al numero di volte in cui viene rifornito il magazzino nel corso di un intero periodo. Soventemente, come periodo temporale si prende in esame un anno. Il periodo di dilazione, oppure di giacenza media, specifica la durata approssimativa del processo di immagazzinamento.
Se già si conosce il tasso di rotazione del magazzino, è anche possibile andare a calcolare il periodo di dilazione (oppure di giacenza) media del magazzino, semplicemente effettuando il rapporto tra l'intero periodo di osservazione ed il tasso di rotazione del magazzino stesso. Come intero periodo di osservazione si tendono a considerare 365 giorni nel caso in cui si considera l'anno solare. Una sigla con la quale viene espresso il tasso di rotazione del magazzino è "trm". Dopo queste brevi precisazioni, possiamo effettuare qualche esempio di natura pratica. Ad esempio, nel caso in cui il tasso di rotazione del magazzino è pari a 5, il periodo di dilazione media del magazzino sarà corrispondente a 365/5, ovvero a 73. Tale valore, pertanto, rappresenta appunto il numero di giorni medi intercorrenti tra due rifornimenti.
Il concetto di base applicato al magazzino può essere applicato anche ad altre grandezze, come la produzione, i crediti ed i debiti. In particolar modo si possono ottenere altri dati che riporteremo a seguire. Uno di questi è il periodo di durata media della produzione, ottenuto dividendo la frazione temporale di riferimento (365) per la durata media del processo produttivo. Un altro parametro ricavabile è il periodo di dilazione media dei crediti commerciali, che si ricava eseguendo il rapporto tra 365 e l'indice di rotazione dei crediti. Inoltre, si può calcolare il periodo di dilazione media dei debiti commerciali, effettuando il rapporto tra 365 e l'indice di rotazione dei debiti.
Alcune varianti nel calcolo dei periodi medi di dilazione prevedono che in periodo dell'anno civile, è possibile considerare l'anno commerciale (composto da 360 giorni), oppure il cosiddetto "anno aziendale". Quest'ultimo viene fissato, convenzionalmente, in 250 giorni ma è scarsamente utilizzato nella prassi aziendalistica. Tornando al precedente esempio, in cui il periodo di giacenza media basato sull'anno civile era pari a 73 giorni, è facile scoprire che il periodo di dilazione media dovrebbe essere pari a 72 giorni (derivanti dal calcolo 360/5), nel caso di utilizzo dell'anno commerciale e a 50 giorni (ossia, 250/5) se avessimo preso in considerazione l'anno aziendale.
Se consideriamo il bilancio di un'impresa che iscrive i propri crediti e debiti commerciali al termine di un esercizio nel quale ha ottenuto un risultato positivo, provano ad accorciare il ciclo monetario, (ossia accorciando i tempi di riscossione oppure allungando quelli di pagamento), ci si accorge innanzitutto che i risultati reddituali sono invariati. In assenza di considerazioni sul reinvestimento delle maggiori risorse disponibili, i risultati finanziari si manifestano con un flusso di cassa più elevato.