Come applicare il Ddm
Introduzione
Nonostante le azioni siano lo strumento più venduto e acquistato in assoluto nel mercato finanziario, non è sempre facile determinare il loro valore. La principale metodologia di calcolo del valore effettivo delle azioni è detta Dividend Discount Model (DDM) e si basa sulla futura distribuzione dei dividendi. Poiché questo metodo utilizza la stessa logica che sta dietro la valutazione delle obbligazioni, può essere applicato in modo corretto solo agli investimenti che hanno un orizzonte temporale definito. Qui subentra la prima complicazione, perché la caratteristica chiave delle azioni è la scadenza indeterminata. Per definire il valore di un'azione su un periodo di tempo definito usando il DDM, si dovrà quindi procedere per prima cosa alla stima del prezzo dell'azione atteso alla fine del suddetto periodo. Questo è un forte limite teorico per il DDM, infatti il valore corrente dell'azione che andiamo a valutare si basa su una stima approssimata del prezzo a termine, che peraltro è il valore che tentiamo di stimare. Comunque, questo metodo rimane il più efficiente. In questa guida, troverete la spiegazione passo dopo passo per applicare correttamente il DDM.
Nel mercato azionario corrente, le azioni sono i titoli finanziari più scambiati. Per questo è importante saperne determinare il valore e il rendimento in modo preciso. Esistono diverse strategie per farlo, ma il calcolo non è immediato. Questo perché il valore dell'azione non corrisponde quasi mai al suo prezzo attuale nel mercato, il quale è costantemente influenzato dalla domanda e dall'offerta, che a loro volta sono definite da elementi spesso scollegati dal valore dell'impresa proprietaria del titolo finanziario. Frequentemente, il valore reale dell'azione, e di conseguenza il suo prezzo, sono quindi determinati dall'andamento del titolo stesso.
Lo strumento usanto in finanza per stimare il valore effettivo di un'azione è il DDM, un metodo di calcolo che ci guida nella scelta dei titoli da acquistare. Il DDM determina il valore dell'azione basandosi su tre elementi distinti, ovvero: il valore atteso dei dividendi (D), il tasso atteso di crescita dei dividenti (g) e infine il tasso di attualizzazione (k) che permette di valutare il valore corrente dei dividendi. Dati questi tre elementi, per calcolare il valore dell'azione si deve dividere D per la differenza fra K e g. Ovvero D/(K-g).
Il rendimento dell'azione (R) è determinato da due fattori: il primo è il rendimento dei dividendi, ottenuto dal rapporto fra il valore di questi (D) e il prezzo di acquisto (P); il secondo è il rendimento (oppure in alcuni casi la perdita) dettata dal Capital Gain, ovvero dall'aumento di valore del titolo riscontrato al momento della rivendita, che equivale a P1-P. Facendo un esempio concreto, se l'azione che si era acquistato al costo di ?100 viene rivenduta trascorso un anno al prezzo di ?105, e se durante l'anno il possessore del titolo ha ricevuto un dividendo pari a 5, il valore dell'azione R corrisponderà a D/P + (P1-P)/P, ovvero R = 5/100 + (105-100)/100 = 10%
Al contrario, il rendimento T, stabilito in base al modello T, è determinato dalla somma fra il rapporto D/P, il rapporto XCF/P, e il rapporto (P1-P)/P. Nella pratica, se un'azione acquistata al prezzo di ?100 viene rivenduta al passare di due anni al costo di ?110, i dividendi percepiti durante i due anni equivalgono a ?10 con un XCF pari a ?2. Quindi il rendimento T corrisponderà a: (D/P) + (XCF/P) + [(P1-P)/P] = 10/100 + 2/100 + (110 - 100)/100 = 10% + 2% + 10%. In totale, sarà quindi pari al 22%.