In Thailandia, le aziende preferiscono sempre e comunque cittadini thailandesi come impiegati, rispetto agli immigrati. Ciò è dovuto alla maggiore richiesta di incartamenti che le aziende sono obbligate ad espletare per l'ingaggio di un cittadino non thailandese. Uno tra i quali, il Work Permit, ossia il permesso che emette il ministero del lavoro per consentire di svolgere le mansioni lavorative al dipendente non thailandese. Sempre dal punto di vista economico, le aziende sono costrette dal ministero a mantenere una soglia minima per il salario agli immigrati, circa 40.000 baht (circa mille euro) ben più alta rispetto a quello dedicato ai residenti, cosa che ovviamente scoraggia l'immigrazione. A rendere più complicate le cose, c'è anche la lunga lista di lavori vietati dal ministero agli immigrati, quali quelli manuali (muratore, agricoltore, falegname), quelli d'ufficio (avvocato, giurista) ed altri appartenenti ad altre sfere (gioielliere, pescatore, guida turistica).