Come contabilizzare le rettifiche alle vendite

Tramite: O2O 09/02/2017
Difficoltà:media
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Introduzione

Tra le poste di bilancio maggiormente rappresentative di un'impresa deve essere senza dubbio annoverata, nel conto economico, la voce "Ricavi di vendita" facente parte del gruppo A- Ricavi della produzione, del conto, che accoglie i componenti positivi di reddito riconducibili ad operazioni di vendita rientranti nella sfera caratteristica della gestione imprenditoriale. Questa guida spiega come agire nel caso in cui ti trovi di fronte ad eventi che rendono necessario rettificare ricavi di vendita in precedenza contabilizzati. Le rettifiche, nell'ambito aziendale, sono uno degli aspetti più importanti legati alle vendite di prodotti quindi leggete i passi di questa guida per capire come contabilizzare le rettifiche alle vendite.

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Le rettifiche della voce "Ricavi di vendita" costituiscono componenti negativi del reddito atti ad operare una riduzione dei ricavi di vendita già rilevati in contabilità. Da un punto di vista della rappresentazione in bilancio, tali componenti negativi del reddito devono essere portati in detrazione dei ricavi.

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Le regole contabili, prevedono che i ricavi rivenienti dalla vendita dei prodotti, delle merci e/o dalla prestazioni di servizi vadano indicati in ossequio al principio della competenza temporale nonché al netto di resi, sconti, abbuoni, premi ed imposte connesse con la vendita. Gli sconti cui si riferiscono i principi contabili sono, ovviamente, quelli di natura commerciale e non già gli sconti di natura finanziaria. Questi ultimi, infatti, intervengono in una fase successiva a quella di vendita di beni e servizi, e sono quindi da classificare nel conto economico nel gruppo C (Proventi e oneri finanziari), in questo caso C-17 "interessi a altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti".

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Quando si acquista un bene o un servizio si riceve contabilmente un costo. Può accadere e spesso accade che dopo aver effettuato l?acquisto insorgano delle complicazioni o perché la merce ricevuta non è della qualità della merce ordinata, o perché una parte viene restituita o per altri motivi. In tal caso si ha diritto ad una riduzione di prezzo che contabilmente fa variare in diminuzione il costo originario e ne rappresenta una rettifica in ribasso. Il fornitore della merce ricevuta, accettata la contestazione della merce, deve emettere un documento che rettifica l?importo originario. Tale documento prende il nome di NOTA DI VARIAZIONE o NOTA DI CREDITO o NOTA DI ACCREDITO e serve a rettificare i valori iniziali emessi in fattura. Ai fini IVA, salvo quanto imposto dal DPR 633, l?imposta può essere regolarizzata o meno, evidenziandola nella NOTA DI CREDITO, a discrezione del fornitore.

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Inoltre, le rettifiche ai ricavi devono essere riferite ai ricavi di competenza di un determinato esercizio; le rettifiche riferite a ricavi di precedenti esercizi devono essere, invece, considerate voci di natura straordinaria e classificate come oneri ovvero proventi straordinari (ciò al fine di preservare il principio di correlazione tra costi e ricavi).

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Principali rettifiche di costo: Abbuoni: sono ottenuti per differenze qualitative sulle merci acquistate. Resi: merci che vengono restituite al fornitore. Sconti: sono ottenuti per pagamenti anticipati rispetto alla scadenza. Ribassi e arrotondamenti: sono ottenuti senza alcuna giustificazione economica, ma per piccoli importi e per una consolidata e deleteria prassi comportamentale.

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Per quanto riguarda i resi su vendite, nella fase di esecuzione di un contratto di compravendita può succedere che le merci, i materiali o i prodotti consegnati presentino differenze, qualitative ovvero quantitative, rispetto alle condizioni pattuite in sede contrattuale.
In tali circostanze, il cliente potrebbe ricorrere alla restituzione dei prodotti incongruenti con quelli oggetto di fatturazione e la società venditrice deve procedere all'emissione di una nota di accredito a favore del cliente medesimo.
La scrittura contabile che devi eseguire è la seguente: - Diversi a crediti v/clienti, dove i diversi sono rappresentati da resi su vendite e IVA ns/debito.
Esempio pratico: Resi su vendite 100 (in dare) IVA ns/debito 22 (in dare) Crediti v/clienti 122 (in avere).
Nella quale il conto Resi su vendite va classificato nel conto economico a rettifica del valore dei ricavi della produzione.

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Rettifiche per errori di fatturazione: la fattispecie in argomento ricorre qualora in sede di fatturazione sia stato omesso l'addebito di un importo oppure siano stati commessi errori di conteggio nella fattura di vendita. Nel caso in cui gli errori commessi siano insanabili, devi procedere all'annullamento della fattura, mediante l'emissione di una nota di credito al cliente nella quale va applicata l'aliquota IVA (vigente) esposta nella fattura originaria.

Nel caso in cui l'errore di fatturazione concerne l'omissione di un importo imponibile, la normativa IVA impone al fornitore di emettere una fattura integrativa.

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Ricorre poi la fattispecie di annullamento della fattura allorché l'errore è tale da non consentire l'emissione di nota di accredito rettificativa o di una fattura integrativa.
A fronte dell'annullamento della fattura ne viene emessa una corretta e da un punto di vista contabile devi procedere a stornare la registrazione della fattura errata e farne una nuova registrazione nel momento in cui viene emessa la fattura corretta. La nuova fattura comporterà una scrittura contabile per la registrazione delle vendite e dell'IVA mentre per l'annullamento bisogna fare la medesima scrittura vista per le rettifiche per errori di fatturazione.

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