5 caratteristiche del contratto a tempo indeterminato

Tramite: O2O 18/05/2015
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Introduzione

La crisi economica di questi ultimi anni ha portato diverse aziende alla chiusura; a sua volta, questo ha determinato la perdita di numerosi posti di lavoro. Molte persone si sono trovate senza un'occupazione, accettando successivamente nuove forme di contratto come il contratto a progetto e la collaborazione occasionale, che si sono andate ad affiancare al lavoro a tempo determinato. Si tratta di forme che non sono in grado di offrire le medesime garanzie di un contratto a tempo indeterminato. La presente guida indicherà 5 caratteristiche di tale contratto, evidenziandone i vantaggi rispetto alle altre forme.

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La necessità di una forma scritta

A regolamentare quale forma deve avere il contratto a tempo indeterminato sono i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, quelli provinciali e i Contratti integrativi aziendali. Questi obbligano il datore di lavoro a mettere per iscritto le condizioni del contratto, ritenendola una condizione indispensabile per fare in modo che le parti possano riuscire ad assolvere gli obblighi di legge; tra questi ultimi rientra quello, da parte dell'azienda, di comunicare l'assunzione sia ai Centri per l'impiego che al Ministero del Lavoro.

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L'obbligo del contratto di contenere determinate informazioni

Tra le informazioni che devono essere contenute nel contratto a tempo indeterminato rientrano i dati anagrafici e altri relativi sia al datore che al lavoratore, oltre all'oggetto stesso del contratto, ossia la mansione del dipendente. Ma ad essere indicate sono anche l'ammontare della retribuzione, l'orario di lavoro, il preavviso sia in caso di licenziamento che di dimissioni, i giorni di ferie e le ore di permesso e i dati di registrazione all'interno del libro matricola. Trattandosi di un lavoro a tempo indeterminato, invece, non sarà indicato il termine del rapporto di lavoro.

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La possibilità di un periodo di prova

Prima di procedere all'assunzione del lavoratore, il datore di lavoro ha la possibilità di chiedere a quest'ultimo un periodo di prova, che è stabilito dal "CCNL" di riferimento. Tale periodo non può superare i 6 mesi e deve essere disposto tramite atto scritto, su cui entrambe le parti apporranno la firma. Nel corso del periodo il datore e il lavoratore in prova possono interrompere il rapporto in qualunque momento; in tal caso spetterà al datore corrispondere un compenso, che dovrà tenere conte della retribuzione prevista dal contratto di categoria, alla quale dovrà essere aggiunta la liquidazione, le ferie eventualmente maturate e una parte di tredicesima e di quattordicesima.

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L'obbligatorietà dell'assegnazione della qualifica

In un contratto a tempo indeterminato il datore di lavoro dovrà indicare quali saranno i compiti assegnati al lavoratore. Quando si parla di qualifica, infatti, vengono intesi i compiti e le attività che potranno essere svolte in base al ruolo; da quest'ultimo dipende anche la retribuzione. Nel caso in cui al dipendente vengano assegnate delle mansioni di grado superiore, lo stesso lavoratore dovrà ricevere una retribuzione maggiore.

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Il licenziamento solo in presenza di ragioni valide

Il datore può licenziare un lavoratore precedentemente assunto con un contratto a tempo indeterminato solo qualora sussistano delle motivazioni valide. Ad esempio, queste ultime possono essere rintracciate in comportamenti gravi del lavoratore (ad esempio dei furti o delle offese piuttosto gravi nei confronti del datore di lavoro). Se viene riconosciuta la giusta causa, al lavoratore dovrà essere corrisposta solo la liquidazione. Esiste anche il giustificato motivo, che può derivare da motivi aziendali, oppure da casi in cui il lavoratore approfitta di un numero eccessivo di giorni di malattia. Ovviamente, il lavoratore ha la possibilità (o, meglio, il diritto) di verificare la sussistenza di giuste motivazioni da parte del datore di lavoro.

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